Promossa dalla Fondazione Torino Musei, Artissima ha visto quest’anno la sua diciottesima edizione svolgersi dal 4 al 6 novembre al Lingotto, il polivalente centro di convention e manifestazioni artistiche.
La mostra, che nasce con l’obiettivo di esprimere la mutevolezza dei linguaggi dell’arte contemporanea e dei suoi protagonisti, ha ospitato 153 gallerie selezionate, 15 artisti emergenti e svariate “constellations”, ovvero opere di grandi dimensioni.
Le piogge torrenziali che hanno caratterizzato i giorni d’apertura di Artissima sembrano non aver scoraggiato i visitatori, torinesi e non, a giudicare dalla massiccia affluenza. I commenti riportati spaziano dall’entusiastico al confuso, ma è cosa certa che una tale manifestazione d’arte non abbia lasciato nessuno indifferente.
Tra le numerose opere esposte, alcune avevano la particolarità d’essere interattive: Eataly ha contribuito in tale senso, fornendo una constellation di prim’ordine, interamente composta da cioccolato. I fruitori della costruzione hanno avuto la doppia chance di gustare il dolce prodotto dalla catena Slow Food e apprezzare un nuovo tipo d’arte, che mantiene intatto il desiderio di rompere gli schemi usuali creandone di nuovi, più a portata d’uomo.
La grande varietà di opere ha portato anche coloro che di arte non se ne intendono a definirla bella, in tutta semplicità, superando il preconcetto secondo cui “in ogni mostra c’è qualcosa che non piace e qualcosa di cui ci si innamora”. Artissima, avendo occupato tutto l’enorme salone “Oval” del Lingotto, ha fatto sì che l’elevato numero di opere abbattesse la percentuale di quelle eventualmente sgradite, pur correndo il rischio di risultare dispersiva.
Si è trattato di una mostra ben ideata, che ha dato agli spettatori la possibilità di assistere ad un’arte sensata, priva delle forzature soggettivistiche che spesso si riscontrano nell’Arte Contemporanea; ciò ha creato un innalzamento del tono delle proposte, tutte all’insegna dello sharing.
Tra sculture, dipinti, fotografia, installazioni e video, il fruitore è diventato prima assaggiatore, poi artista ed è infine ritornato all’umida città ricordando alcuni nomi: Abramovic, Kounellis, Guerresi … alcuni dei protagonisti di quest’arte modesta e internazionale.
Eleonora Rossi (5B)