Radici brasiliane

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Chiamata da molti “La Svizzera Brasiliana”, Campos do Jordao rientra tra i luoghi ricercati dall’élite di Sao Paulo. Un piccolo mondo in cui un cittadino può evitare di pensare alla vera realtà sociale brasiliana e un turista può credere di non essere in Brasile.
Uomini eleganti camminano con le loro famiglie per strada, le signore indossano gioielli appariscenti, fanno shopping nei negozi più cari e poi prenotano cene nei migliori ristoranti. Si rifugiano tra le colline nelle loro ville, respirando l’aria pulita,godendosi la temperatura amena ed apprezzando il paesaggio naturale. Possono uscire senza preoccupazioni guidando le loro lussuose auto e indossando abiti firmati, perché in città come questa non c’è spazio per l’emarginazione e la povertà.
Nonostante si possa, in provincia di Sao Paulo, vivere in luoghi come questo, senza accorgersi della restante realtà brasiliana, è molto facile tuttavia scontrarsi con l’altra faccia della medaglia. E non è necessario andare alle zone di periferia, semplicemente avvicinandosi all’Avenida Paulista, un ricco quartiere del centro di Sao Paulo, si nota immediatamente il contrasto tra i vari status sociali.
Palazzi riflettenti, edifici altissimi, uffici, negozi, banche e consolati stranieri si trovano qui. Basta un po’ di attenzione nell’osservare i pedoni, quando la luce del semaforo scatta sul verde che come una mandria attraversa le sei corsie della strada svelando impresari, lavoratori, ragazzi universitari, poveri senza scarpe e con i vestiti rovinati, uomini che hanno perso la propria umanità … mescolati tutti insieme.
Coloro che vivono nei grattacieli camminano troppo veloce per notare quelli che sopravvivono per strada e cercano solo qualcosa da mangiare.
Quando poi la luce diventa rossa, sono i bambini dal marciapiedi a correre verso il traffico per chiedere soldi battendo contro i finestrini della macchine blindate. Vengono, il più delle volte, ignorati, per la paura, la mancanza di tempo o , ancor peggio, per l’indifferenza. Ricchi e poveri si guardano negli occhi, gli ultimi parlano mentre i primi fanno finta di non ascoltare. La povertà non si nasconde nelle favelas, non è solo quella emarginata dalla società. Realtà contrapposte convivono nello stesso quartiere, nella stessa via.
In paesi sviluppati come l’Italia al contrario, sebbene si vivano problemi di emarginazione crescente in determinate zone, non si possono certo riscontrare differenze radicali e profonde come in Brasile.
Anche l’altro estremo non è paragonabile: la ricchezza smisurata, lo sfarzo dei beni, uno stile di vita decisamente lontano da quello italiano. Un’esigua minoranza possiede possiede ricchezze sproporzionate. Vive in appartamenti bellissimi e gode di privilegi straordinari come avere un elicottero personale per andare al lavoro. Sao Paulo, infatti, è la capitale con il maggior traffico aereo al mondo . I ragazzi frequentano scuole private ed è normale che abbiano il proprio autista ad aspettarli all’uscita da scuola.
Un ritratto di questa differenza sociale si può avere anche andando a Rio de Janeiro. Dall’alto del Cristo Redentor si ammira sia la spiaggia di Copacabana, celebre in tutto il mondo, frequentata anche da famosi e ricchi turisti , sia la Favela da Roçinha, nota per essere la favela più popolata al mondo con i suoi 70 000 abitanti.
C’è però un altro aspetto della società a cui si può collegare l’eterogeneità brasiliana. Frutto dello sviluppo della storia della colonizzazione del Brasile, le differenze nei gesti, nei colori, nel modo di parlare, nella fisionomia del popolo brasiliano, sono evidenti. I brasiliani infatti sono nati dall’incontro di tante culture, portano nel sangue radici portoghesi, africane, italiane, giapponesi, indigene e molte altre. E’ davvero particolare il fatto che si possano trovare quartieri in cui si parla soltanto l’italiano oppure il tedesco e sapere che la maggior quantità di emigrati giapponesi al mondo sia residente proprio in Brasile. E’ un paese dove le persone si incontrano e si mescolano, trasmetteno e imparano le une dalle altre. Per questo in Brasile una svedese balla la samba e un mulatto può avere gli occhi azzurri. La società è quindi tollerante verso le altre usanze e accetta più dell’Italia le altre culture.
Solo in Brasile si può vivere la magia di vedere in uno stesso luogo persone completamente diverse pur essendo tutte brasiliane, aspetti fisici diversi mescolati con armonia in uno stesso corpo, la povertà e la ricchezza, la semplicità e la complessità di un popolo che non ha un’entità unica e precisa ma radici mescolate e molteplici.

 Talita Ferrantelli (3B)

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