8 marzo … in presa diretta

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8 MARZO FESTA DELLA DONNA

LE TORINESI MANIFESTANO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Nessuna mimosa, quest’anno si scende in piazza…

 

 

8 marzo 2009Piazza Vittorio, ore 15:00. Da lì ha inizio il mio “viaggio” all’interno della manifestazione del 7 marzo contro la violenza sulle donne.

Parrucche, colori, volantini, cartelli, protesta e soprattutto le DONNE, vere protagoniste di questo evento.

All’urlo di “TREMATE TREMATE LE STREGHE SON TORNATE” oggi come ieri le donne sono scese in piazza.  Sono tante, potrebbero essere di più: mi aspettavo che proprio tutte le donne avrebbero manifestato per questa occasione, che è una delle poche in cui realmente abbiamo NOI la parola, comunque siamo tante!!!

Intorno a noi la gente sembra interessata; facendo volantinaggio, mi rendo conto che le persone , che sono tante a lato di via Po e delle altre strade che fanno da letto a questo “fiume”, chiedono e accettano volentieri i volantini.

Si parte: le donne, sparse per piazza Vittorio, si raggruppano, e si dà il via a questa importante manifestazione.

Subito alcune donne munite di altoparlanti, gridano, cantano motivi di protesta contro la violenza, dalle retrovie; arriva un suono di musica. Sono le giovani di ieri e di oggi, che rallegrano la manifestazione: il clima rimane tranquillo e gioioso per tutto il tempo.

Insieme a noi donne, piccoli bambini e tanti uomini ci accompagnano nella “lotta”.corteo

Il corteo prosegue: qualcuno ci fotografa, molti sicuramente in ricordo di questa giornata, altri, come me, per poterla raccontare col fine di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica; arriviamo fino in piazza Castello, ma non ci fermiamo, andiamo avanti, formando un serpentone che si interseca attorno alle vie di questa nostra città.

Al termine siamo di nuovo in piazza Castello; ci rispargiamo per la piazza come all’inizio, ed è proprio qui che ne approfitto per fare qualche intervista.

Faccio delle domande  a donne di diverse età:

*Perché siamo qui oggi?

-“Bhe! Per dire NO alla violenza sulle donne, NO al decreto legge anti-stupro, NO al pacchetto sicurezza”

“Il decreto legge anti-stupri, emanato dal governo, e il pacchetto sicurezza, in discussione in parlamento; rappresentano una serie di misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, che di fatto vanno a “regolamentare” l’immigrazione, sfruttando l’introduzione di norme che riguardano la violenza maschile. Sono previste: l’istituzionalizzazione delle ronde, la schedatura obbligatoria per le persone senza una fissa dimora, i writers, gli occupanti e gli attivisti politici in generale; l’estensione della permanenza forzata di stranieri nei CIE (centri di identificazione ed espulsione)fino a sei mesi e il pagamento di una tassa più alta per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno. Inoltre potrebbe essere abolito il principio di non segnalazione degli stranieri irregolari da parte delle strutture ospedaliere. In più in questo decreto non sono previste né misure né lo stanziamento di fondi a favore dei centri anti-violenza”.

*Perché bisogna dire no al pacchetto sicurezza?                                          

 

LA FESTA DELLA DONNA

 

Le origini di questa festa risalgono al 1908, quando, a New York, mentre un gruppo di operaie della Cotton,  protestavano, all’interno della fabbrica, contro le loro condizioni di lavoro; il proprietario fece chiudere le porte e appiccare il fuoco. MORIRONO TUTTE.

-“Perché la militarizzazione sarebbe inutile dato che la maggior parte delle violenze avviene in casa. Non vogliamo essere strumentalizzate per far sì che si apporvi questo pacchetto”

*Pensi che gli stupri avvengono soprattutto per mano degli stranieri?

-“Assolutamente NO!, Gli stupri e le violenze sono spesso fatte da persone di nazionalità italiana, qualche volta possono essere anche fatte da persone con una diversa nazionalità, ma non bisogna incolpare gli stranieri di questo problema, perché riguarda noi italiani in prima persona”

Questo dato è esatto. Come è evidenziato dalle statistiche ufficiali la maggior parte delle discriminazioni e degli abusi nei confronti delle donne, sia italiane che migranti, avviene in famiglia e sui luoghi di lavoro: a compierle sono nella maggior parte italianissimi parenti, mariti, ex fidanzati e conoscenti, a prescindere dal colore della pelle, dalla nazionalità o dall’estrazione sociale.

 

Ho scambiato qualche opinione con una ragazza del liceo”Gioberti” a cui ho chiesto:

*Cos’avete organizzato voi a scuola a riguardo di questa manifestazione?

-“Ma…noi ne abbiamo solo parlato al collettivo d’istituto, poi io ed altre ragazze abbiamo collaborato insieme a gruppi di altri licei per produrre volantini, che sono stati distribuiti oggi durante la manifestazione, in cui rivendichiamo la nostra autodeterminazione, per dimostrare che nessuno può decidere sui nostri corpi e sulle nostre vite, a prescindere della nostra sessualità o dalla nostra nazionalità, condannando qualsiasi forma di criminalizzazione e di repressione dei migranti”

Questa condivisione di “lotta” insieme ad altre donne è stata per me motivo di grande gioia e riflessione: vorrei che noi donne, ogni giorno e in ogni momento della nostra vita, fossimo così unite e determinate, come oggi, nella difesa dei nostri diritti.

Concludo questo articolo, citando una frase che particolarmente mi ha colpito, stampata sul volantino della “Casa delle Donne” che bene rappresenta lo spirito di questa giornata:

L’ANTIDOTO ALLA VIOLENZA NON E’ IL CONTROLLO MA IL RISPETTO

Clara Dagosta (1C)

Per la stesura di questo articolo si ringraziano: le donne intervistate, il KSA – Kollettivo Studenti Autorganizzati-Torino e la Casa delle Donne, per i volantini messia a disposizione.

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