La Tasmania ha una natura veramente bellissima: a pochissimi chilometri dai centri abitati ci sono già solitarie foreste selvagge, distese interminabili, spiagge californiane … E tutto in un’isoletta così piccola(con solo tre ore di macchina si va dalla costa nord alla costa sud)!
Stamattina sono scesa al lago vicino a casa per sedermi sulla solita panchina, sfuggire alla noia e meravigliarmi della bellezza che mi circondava, nel caldo abbraccio del sole.
Che trionfo di natura incontaminata a pochi metri dalle case!
C’era una quiete che sprizzava pacata felicità, tranquillità per la mente.
È un ottimo posto per rilassarsi, a mio avviso.
Così calmo e armonioso da sembrare irreale.
E gli alberi secchi, gli alberi spogli di ogni eccessiva decorazione erano così belli.
Non erano tristi.
Eppure, solitamente, gli alberi secchi e spogli sono associati alla tristezza.
Non era inverno.
Eppure, solitamente, gli alberi secchi e spogli sono associati all’inverno.
Loro erano intrisi di una malinconica pace.
E quanta armonia trasmettevano.
Pareva quasi fossero le braccia che il suolo innalzava al cielo per crogiolarsi al sole e cercare di trarre da quel contatto l’equilibrio del creato.
Non erano braccia alzate per disperazione, ma erano le braccia di un antico silenzio che da sempre viene in risposta alla routine frenetica dell’uomo.
Tutto era impregnato di quel particolare profumo che non si può spiegare e che può capire solo chi già lo conosce.
Stupore immenso nel trovare un concetto del genere oltrepassando l’uscio in pigiama, con gli occhi offuscati dalla monotonia in cui lasciamo ben spesso cadere la vita.
Ma ancora una pace, un’armonia del genere non è riuscita a filtrare appieno, bloccata dalla consapevolezza che non vi era nessun’anima, al ritorno, con cui la mia avrebbe potuto condividere uno stato d’animo simile.
La solitudine ha bisogno di essere aspettata.
Francesca Perotto (4F)