Attese

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Attese - foto di Irene SalvatoreQuante cose si aspettano nella vita? Si inizia da piccoli, con le favole. Sogniamo di diventare protagonisti della nostra vita, anche se ne conosciamo solamente le prime pagine. Immaginiamo come la nostra storia, il nostro libro possa evolversi, svilupparsi e iniziamo ad aspettarci tante cose, molte relative ai nostri progetti, alle nostre speranze. È l’inizio della favola e delle sue avventure. L’inizio dell’attesa, l’attesa del principe azzurro, primo tra tutti. Aspettiamo di diventare grandi, di spegnere sempre più candeline sulla torta di compleanno. Aspettiamo il via libera al rossetto e alle scarpe col tacco. Aspettiamo di crescere ed essere abbastanza maturi per fare le nostre scelte, prendendo in mano la penna e diventando scrittori del nostro libro.
Un anno fa, più o meno, avevo tra le mani una delle penne più importanti della mia vita: quella con cui ho compilato l’indimenticabile fascicolo rosso con i loghi di “AFS Intercultural Programs” ovunque. Da quel momento è iniziato un nuovo capitolo del mio libro. Almeno tre Paesi, un massimo di dieci. Scelte pensate, calcolate, studiate, ma soprattutto sentite. Non si sa niente a parte le regole a cui attenersi, le scadenze da considerare e l’ineluttabile attesa. Non si sa niente, ci si affida al destino. Non si sa niente, si aspetta, si spera.
5 novembre 2011, la scadenza della consegna del famoso fascicolo rosso compilato attentamente in ogni sua parte per la partecipazione al programma interculturale di AFS per diventare exchange student.
21 novembre 2011, la prima tappa di questo viaggio sembra lunga una vita. Primo sì o no per sapere se si è dentro o fuori. Sì, dentro. Sì, sarò exchange student. Tutto “frizza” dentro, si sa che partirai, ma dove andrai, per quanto tempo? L’attesa, quella vera e trepidante inizia per davvero.
2 febbraio 2012, la risposta arriva insieme a papà, che salendo le scale mi da un bacio sul collo e sorride. Finlandia. Sei mesi. Finland - foto di Irene SalvatoreE con queste tre parole, le stesse che aspetti da quando hai compilato ogni singola casella bianca di quel fascicolo rosso, le stesse che sogni da quando questa esperienza è diventata il primo tuo grande sogno, arrivano anche le lacrime. Lacrime di gioia, sorpresa, incredulità. Il momento atteso da sempre è arrivato. Impossibile? No, hai i foglio con la risposta in mano. Finlandia, sei mesi.
Destinazione e durata del programma già comunicati.
Ma la partenza? “Non prendere impegni per tutto il mese di agosto.”
E la famiglia? “Arriverà, da marzo in poi”.
E dal 1 marzo ho controllato spasmodicamente la mia mail almeno due volte al giorno. Fino al 18 giugno 2012. Vivrò a Pori, e avrò un fratello argentino. Ora non resta che aspettare il 24 agosto, volo Roma – Helsinki. Ho passato l’estate intera godendomi quanta più Italia potessi, facendo scorta di tutto quello che ho lasciato. Sole, famiglia amici, pasta, gelato e Torino, con tutte le sue magiche viuzze. E nel frattempo aspettavo. Aspettavo che la risposta su quel foglio di carta stampato divenisse realtà, perché talvolta capita che la favole si avverino anche nella vita. Ho aspettato così tanto per quel volo LH 848, che ora che è arrivato, ora che sono qui, mi sembra incredibile. Il punto è che nella vita non si finisce mai di aspettare. Tutti aspettiamo qualcosa. Sempre. Anche quando non ne siamo consapevoli, aspettiamo. Aspettiamo di scoprire cosa il destino abbia in serbo per noi, anche se non abbiamo la minima idea di cosa possa essere.
Anche ora che sono qui, in Finlandia, anche ora che sto scrivendo questo capitolo del mio libro, aspetto. Aspetto i raggi di sole, che illuminino le giornate che si fanno sempre più buie e fredde. Aspetto, insieme a mio fratello e ai miei amici, che l’inverno, quello vero e tosto, arrivi. Aspettiamo la neve per giocare a palle di neve e costruire il pupazzo di neve. Aspettiamo che il lago su cui abitiamo si ghiacci per poter giocare a hockey e pattinare. Aspetto il giorno seguente per andare a scuola e trascorrere del tempo con i miei amici, semplicemente per stare con loro. Perché le cose più semplici possono trasformarsi nelle più importanti, se vissute con le persone giuste. Aspettiamo Babbo Natale, qui, a casa sua, direttamente da Rovaniemi.
E aspetto tante altre cose, tranne il giorno in cui dovrò tornare.

Irene Salvatore (4D)

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