Non è necessario appellarsi alle statistiche: i morti sulle strade sono ancora troppi. Nonostante il recente miglioramento, il problema rimane molto sentito, perché attuali sono ancora le sue cause. Provocare un incidente: non si tratta solo di un’imprevedibile e inevitabile distrazione del conducente, ma anche di non riconoscere neanche più la propria madre dopo essersi bevuti tutta San Salvario. Ed è da qui che si è levato alto l’appello lanciato alla platea dell’Umberto I dall’Assessore Regionale allo Sport, Polizia Locale, Personale e Organizzazione, durante il suo incontro con i maggiorenni della nostra scuola: bere con moderazione o prendere il Night Buster. Giovanni Maria Ferraris, con accurate descrizioni e con tanto di distinzioni tra le varie tipologie di alcolici e fruitori abituali, ci ha fatto capire di essere tutt’altro che contrario alla “Torino da Bere”. Ha parlato invece delle responsabilità che derivano dalle nostre decisioni. Bere è un’opzione, non lo è scegliere di guidare in stato di ebbrezza. Quel rettangolino rosa che costa tanta fatica non è da confondere con la tessera blu del pullman. Un po’ perché denoterebbe un problema di daltonismo, un po’ perché più che ai mezzi è un abbonamento alle responsabilità. Ottenere la licenza di guida non significa solo aver studiato abbastanza bene da passare l’esame. Vuol dire soprattutto vedere la nostra maturità riconosciuta. Mettersi al volante di un’auto implica compiere scelte consapevoli, dal momento in cui s’inserisce la chiave nel nottolino, ed essere pronti ad accettarne le conseguenze. Questo dunque il tema centrale dell’intervento dell’Assessore Regionale, che ha concluso il suo discorso regalandoci uno strumento utile a mettere in atto i buoni propositi espressi: un test del palloncino monouso, consegnato personalmente ai neo (e futuri) patentati in sala. Il richiamo alle nostre responsabilità civili (e penali) non ci ha spaventato. Anzi, in fondo è un attestato di fiducia verso di noi che ci affacciamo nel mondo dei grandi. Ci ha colpito molto, più che altro, sentire un politico dire di volerci bene senza che tirasse aria di elezioni. Di questi tempi, se da un lato fa piacere essere considerati ancora persone e non solo elettori, dall’altro il beneficio del dubbio è quasi spontaneo, perché con la maggiore età si può conseguire la licenza di guida, ma il diritto di voto è automatico. Insomma, vogliamo credere nella spontaneità dell’Assessore, nel suo impegno autentico e nella sua buona volontà, perché delle parole che ha usato per salutarci – anche se ormai come tutto il resto si riducono a tre caratteri su Whatsapp – abbiamo davvero bisogno.
Valentina Porta