In occasione della cerimonia di chiusura e delle premiazioni delle Convittiadi 2011, abbiamo incontrato la professoressa Rosella Puzzuoli, rettrice del Convitto per Sordi di Roma, per un intervista dove le abbiamo chiesto le sue impressioni alla fine di questa manifestazione nazionale: le Convittiadi.
Che importanza ha per lei una manifestazione come questa che vede coinvolti ben 35 Convitti di tutta Italia, e quindi anche di realtà diverse, come per esempio – appunto- quella dei sordi?
La cosa, secondo me, più importante di questa manifestazione, è il fatto che i ragazzi di tutta la nazione si possono incontrare e socializzare tra loro, ma soprattutto scoprire che i ragazzi dal Nord al Sud vivono la stessa realtà. Spesso, i ragazzi che vivono in collegi o in Convitto, ancora oggi, pensano di essere “isolati” rispetto alle altre istituzioni scolastiche statali, dove si va a scuola la mattina e poi si torna a casa. Il Convitto, poi, ha delle regole anche più particolari, e penso sia molto utile per loro riuscire ad incontrarsi con dei ragazzi che vivono la loro stessa realtà. Ciò, a mio parere, supporta moltissimo e aiuta anche a comprendere che, forse, le istituzioni dello Stato hanno un quid in più rispetto alle istituzioni classiche statali; questo perché, rimanendo aperto anche il pomeriggio, ci sono più ore a disposizione che permettono lo svolgimento di moltissime attività che si possono fare all’interno delle istituzioni educative (Convitti, Educandati). Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che le famiglie sono più tranquille e sicure perché si ritrovano ad avere il proprio figlio nella stessa istituzione e i ragazzi sono, anche loro, più sereni perché non devono spostarsi in una città come, per esempio Roma, per fare calcio o altre attività; quindi queste Convittiadi sono, secondo me, importantissime, soprattutto – in primo luogo- per queste ragioni che vi ho appena citato.
Questa edizione delle Convittiadi è avvenuta nell’anno dei festeggiamenti del 150° anno dell’ Unità d’Italia: secondo lei, è un evento più significativo degli altri anni o è ugualmente importante?
Beh… il significato resta comunque lo stesso perché lo scambio di esperienza tra Nord, Sud, isole, quindi realtà diverse, costumi diversi, tradizioni diverse continuano ad esistere sempre. L’anniversario del 150° viene a significare, in questo momento specifico, una maggiore possibilità di comprendere l’unificazione e anche l’unicità dell’Italia. Inoltre, il fatto che le Convittiadi si siano tenute qui a Bardonecchia, e quindi vicino a Torino, che è stata la nostra prima capitale; tutto questo, secondo me ha dato un valore aggiuntivo, quest’anno, alle nostre attività.
Quindi, diciamo, alla luce di tutto ciò, degli obiettivi delle Convittiadi, del fatto che sia avvenuta in quest’anno, in particolare, nell’anno del 150°, pensa che alla fine di questa esperienza si sia raggiunto l’obiettivo finale, soprattutto fra gli atleti? Ha notato se sono stati soddisfatti da questa esperienza ed è arrivato loro questo messaggio?
Allora…io vi posso dire questo: io non dico che il risultato sia stato solo degli atleti, ma di tutti i partecipanti. Quello che abbiamo deciso di fare non sono gare sportive, teatrali, musicali, no. È uno scambio di esperienza, la cosa meravigliosa è stato il fatto che, pur avendo perso, alcune squadre hanno fatto amicizia, entrambi hanno imparato qualcosa dall’altro, poi hanno tifato a favore della squadra che li aveva sconfitti. Questo è uno spirito che noi ci eravamo proposti di creare per i giovani, e in moltissimi lo hanno raccolto. Infine, io credo che questa sia stata un’esperienza molto bella perché, come ogni anno, si impara sempre qualcosa di nuovo.
Anche quest’anno, purtroppo, ci sono stati dei ricorsi che ho dovuto valutare e risolvere insieme al resto della commissione di disciplina grazie ai quali, però, abbiamo appreso degli insegnamenti che ci aiuteranno a cambiare per il meglio nelle prossime edizioni delle Convittiadi, per il bene di tutti i partecipanti, ed in particolar modo dei ragazzi che, veramente, quest’anno, ci hanno dato una spinta in più per riuscire in questa iniziativa fantastica.
Luigi Botta
Serena Zanirato