Il problema delle first lady è che non sono elette. Gli Americani votano un presidente e la lotteria assegna al paese anche la loro consorte. C’è chi diventa un’icona di stile, chi si affeziona così tanto alla Casa Bianca (e al potere) da candidarsi alle presidenziali, chi sembra nata per ricoprire il ruolo e chi non lo avrebbe mai immaginato. Melania Trump sembra già aver guadagnato il titolo di più odiata di sempre. L’antipatia nei suoi confronti è più o meno l’unica acquisizione matrimoniale che non le è rimproverata. Non che siano molti i suoi difetti, anzi, a quanto pare ne ha uno solo: non essere Michelle. Essere bianca, bella, ricca e interessata più a suo figlio che a quelli degli altri non la rendono un modello di donna in cui le giovani americane si riconoscano. Ma dal non apprezzare un modo di essere al porre alla gogna mediatica, il passo è stato troppo breve per i cittadini che si sentono i più civili del mondo. Ha fatto leva sul suo aspetto per aver successo e non l’ha mai nascosto, ma sbaglierebbe il fotografo se si attribuisse il merito del successo di Melania. Perché senza quegli scatti magari non sarebbe arrivata alla Casa Bianca, ma se non avesse notato lui quella sedicenne, probabilmente l’avrebbe fatto qualcun altro. Il mondo della moda non è meno feroce di tanti altri campi lavorativi, che risultano però più stimati perché percepiti come utili alla comunità. Si è liberi di insultare una modella, ma non si toccano i Segretari di Stato che finanziano l’ISIS. Chissà come avrebbero reagito se alla Casa Bianca si fossero trasferiti Kim Kardashian e suo marito? Probabilmente meglio, visto che si sarebbe passati dall’#ObamaCare al #KimContour, infinitamente superiore al #TrumpDoesntCare. Oltre all’aspetto, ne rimproverano anche la stupidità, ridacchiando per il discorso plagiato e assegnandole la parte dell’ochetta giuliva vincitrice di Miss First Lady. Ingenui, sia nel caso credano davvero che le personalità di spicco scrivano i loro interventi da sole, sia nell’eventualità che pensino che una donna in grado di parlare cinque lingue diverse sia stupida. L’apice del ridicolo è stato toccato con l’infausta imitazione da parte di Gigi Hadid. Una modella figlia d’arte prende in giro una collega (che si è fatta da sé) per una gaffe. Il colmo, se si considera che pochi mesi fa la stessa Hadid ha attribuito al suo fidanzato origini arabe anziché pakistane. Possiamo consolarci pensando che con tutta probabilità le idee politiche del novello presidente lo sbatterebbero fuori in entrambi i casi. Ha avuto una notevole copertura mediatica anche la questione del suo guardaroba: sembrava che nessuno stilista volesse vestirla. Un po’ come nessun americano intonato sembrava voler cantare alla festa di inaugurazione del marito. Il tutto dopo che le principali testate avevano già dedicato parte del loro spazio online a una galleria che mettesse a confronto ‘lo stile’ di Melania con quello di Michelle. Da un lato una modella in erba che posa per un fotografo, dall’altro una giovane avvocatessa al lavoro. Un red carpet, una cena ufficiale in Pennsylvania Avenue. L’inaugurazione di un hotel, l’incontro con il nostro ex premier. La copertina di GQ, il ritratto ufficiale alla Casa Bianca. Tutto questo per mostrare quanto sia frivola, priva di classe e inadeguata al ruolo acquisito. Ha posato nuda, ha indossato abiti succinti e tacchi vertiginosi, non è laureata. Tutte sue libere scelte. Perché non avrebbe dovuto compierle? Si dovrebbero mettere da parte gli impeti maschilisti e iniziare ad accettare la donna che sostiene da undici anni il neo eletto Presidente, e che continuerà a farlo per tutta la durata del suo mandato. Che Virginia Woolf avesse torto o ragione nel dire che dietro a ogni grande uomo ci sia una grande donna, il rispetto nei confronti di entrambi non dovrebbe mai essere messo in dubbio. E Melania deve essere libera di rimanere Melania, a prescindere da cosa decida di fare suo marito.
Valentina Porta