Risorgi dal sonno, monte focoso,
E mostraci del ventre tuo la forza:
Così copristi con lavica scorza
Le città che il tempo non ha eroso.
Per te Pompei ebbe il suo riposo
Ed il gípseo calco quivi si sforza:
Anela il giorno, ma il patir non smorza
Né può dire quel ch’io cantando proso.
Vesuvio, non vedi il tristo cantore
Sul lato tuo mirante la ginestra
Che sfida l’asprità della montagna?
Vesuvio, perdi l’inuso candore:
Che scenda l’ira fiammeggiante e destra,
Lapillo, salvaci da questa lagna!
Valerio Pace (5D)