“L’ho conquistata nel colmo del furore, con la bestemmia in bocca, negli occhi il pianto, ed il teste sanguinante del suo odio accanto.” Queste sono le parole del complesso protagonista dell’opera si Shakespeare “Riccardo III”, in merito alla donna da lui appena sedotta, al funerale dell’assassinato marito. Riccardo, un nobile storpio, nel fisico e nell’animo, ma con un fascino immenso, privo di bellezza ma astuto, che riesce sempre ad ottenere quel che vuole, ad ogni costo. Quando si parla di sensualità nella suddetta opera ci si riferisce ad una scena in particolare, quella del corteggiamento di Anna. L’obbiettivo di Riccardo è di conquistarla, sì, ma egli non agisce per amore bensì per ambizione personale e desiderio carnale. A mio parere questa è una delle maggiori caratteristiche erotiche della scena. Perché l’amore, il sentimento senza dubbio superiore per bellezza, non sempre è legato alla sensualità e viceversa la sensualità non è sempre legata all’amore. Per esempio, nella storia tra Romeo e Giulietta l’amore di certo non mancava, ma non c’era sensualità. Perché l’amore è cosa astratta e la sensualità è cosa fisica. E così, io credo, senza nulla togliere alla bellezza del mondo delle idee, che la dimensione erotica sia un po’ distaccata da quella sentimentale.
E così, con estrema destrezza Riccardo si prende gioco di Anna, arrivando a mentire.” Io non ho ucciso tuo marito”, dice, ma poi, poche battute dopo, alla domanda: “Non hai ucciso tu questo re?” risponde: “Lo concedo”. Questo fa infuriare la vedova, che sì risponde a tono, disperata e inorridita da questo sfacciato corteggiamento, ma che nella furia diventa cedevole. Riccardo è sfrontato ed in alcuni tratti esplicito e quando Anna dice:” A te un solo posto s’addice: l’Inferno!” lui replica “Anche un altro: la tua stanza da letto”. Ma Riccardo parla anche da innamorato, dicendo che “colpevole è la tua bellezza che in sogno m’incitava ad ammazzare il mondo intero pur di passare un’ora sul tuo dolce seno”.
Un’altra dimensione di seduzione è nelle parole, nell’abilità di condurre un discorso con un obbiettivo preciso e concreto. Molti dovrebbero imparare dalla capacità di Riccardo (cioè di Shakespeare) che sono le parole il più potente mezzo per giungere ai concetti e hanno potenzialità incredibili, anche nel campo della seduzione.
Riccardo, però, da sfrontato diventa sempre più dolce e appassionato, contrapponendo la maledizioni di lei a complimenti. Per esempio quando Anna esorta “Buio al tuo giorno, morte alla tua vita!” lui replica” Non maledirti, tu sei l’uno e l’altra”. Oppure, quando Riccardo si paragona al defunto marito, presupponendo di essere migliore di lui, ed Anna gli sputa addosso, lui continua imperterrito, facendo in modo che anche questo gesto trasudi sensualità, proprio come il suo prossimo gesto: la resa. Ma una resa calcolata, studiata per portare al limite la donna ed abbassare le sue difese fino al punto di farla sua, di controllarla. Non è forse questo il culmine della seduzione? Arrivare al punto di essere totalmente, totalmente incondizionatamente nelle mani di qualcuno e doversi per forza fidare. E viceversa.
Credo sia questo il concetto su cui ruota tutta la trama di “50sfumature di grigio”, essere in balia di qualcuno. Ed è per questo che distinguo sensualità da amore, perché il secondo è una cosa totalmente condivisa, in cui le due parti agiscono come una. Ma il best seller che ho citato non è paragonabile a questa scena, in quanto l’intelligenza di Shakespeare nel far replicare Riccardo, il suo linguaggio passionale, uniti alla situazione paradossale, la rendono veramente unica. P
Perciò Riccardo si “arrende” ad Anna mostrandole la carne del petto e offrendole la sua vita. Anna è perplessa, gli punta contro l’arma, ci pensa un attimo e infine cede. Ma non cede del tutto poiché quando lui le regala un anello lei replica con un “Prendere non è dare”. Nella scena successiva c’è un monologo del protagonista che espone il suo virile orgoglio di averla conquistata solo con i suoi infingimenti, lui, brutto e malfatto che si riscatta contro il “mondo intero”. Ma subito dice di non voler far durare a lungo la cosa e che presto si sbarazzerà di lei. Ed è così. Infatti alcune scene dopo, nel sonno tormentato di lui, appare il fantasma della donna.
Ora, mi capita di notare che i sentimenti tra Romeo e Giulietta e Riccardo ed Anna sono le due facce della medaglia, amore e sensualità. Ma entrambe le storie hanno avuto tutto tranne che un lieto fine. Romeo e Giulietta, il cui amore era condiviso hanno avuto una morte come lo era la loro storia d’amore: reciproca.
Al contrario Riccardo, conquistatore, infine uccide Anna, lasciatasi conquistare. Di nuovo la sua morte riflette la sua storia d’” amore”. Chissà, magari questo è un invito ad unire le due cose.
Roberta F. Rosati (2F)