“Nessun ministro leghista parteciperà a manifestazioni in occasione della Festa per la Liberazione dal nazi-fascismo” ha dichiarato Salvini. E così è stato.
Quale presa di posizione avrebbe potuto risultare più antitetica alla democrazia?
Rifiutarsi di celebrare il 25 aprile è un’offesa a tutti coloro che morirono per la Libertà, anche per quella di chi, oggi, si permette di sputarci sopra. Ma non solo: rimanere indifferenti e, anzi, rinnegare questa ricorrenza è un grave oltraggio alla libertà di tutti noi. Inaccettabile da chi, sulla Repubblica (democratica!) e sulla Costituzione ci ha giurato.
Paragonare poi questa giornata ad “un derby tra fascisti e comunisti” fa venire, se possibile, ancora di più i brividi. La libertà è apolitica.
Il 25 aprile non si è giocata una partita tra diverse ideologie. Il 25 aprile di fazioni ce n’erano due: la libertà da una parte e l’oppressione dall’altra.
Il 25 aprile 1945 ha vinto l’Italia democratica. Non l’Italia di sinistra.
Non è la “festa dei comunisti”.
La Resistenza italiana fu coordinata dal Comitato di Liberazione Nazionale. Il CLN era composto da 6 partiti: 3 di destra (Democrazia Cristiana, Partito Liberale Italiano, Partito Democratico del Lavoro) e 3 di sinistra (Partito Comunista Italiano, Partito Socialista di Unità Proletaria e Partito d’Azione).
A quanto pare al ministro la storia non piace (o probabilmente non l’ha mai studiata), ma d’altronde come biasimarlo? Con i fatti storici non si racimolano voti…
Su Instagram, @claudio*****, tipico elettore Lega, sotto uno dei mille post giornalieri di Salvini, commenta “Zecche schifose maledette… Ma quale festa?? Oggi è lutto!”.
E fa tristezza. E fa paura. E provoca rabbia. Perché morirono in migliaia per liberare l’Italia e nonostante ciò, c’è chi oggi si permette di definire il 25 aprile “lutto”. C’è chi si permette di inneggiare a Mussolini e alla dittatura con striscioni e cori. E il Ministro degli Interni, che ha l’onere di celebrare questa giornata, se ne frega e la rinnega. Salvini, in questa giornata, si è recato a Corleone perché, come ha dichiarato, il suo dovere è “combattere la mafia”. Paradossale, se si pensa all’indagine in corso che vede la Lega strettamente collegata al boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro.
Ma l’Italia non è tutta qui. L’Italia non è una mela completamente marcia. Esiste l’Italia della legalità (quella vera, non quella con cui ci si riempie la bocca in campagna elettorale). L’Italia riconoscente a chi diede la vita, l’Italia fedele ai valori della democrazia.
Questo 25 aprile sono state migliaia le persone scese in piazza a festeggiare la rinascita del nostro Paese. Persone che, indistintamente dall’orientamento politico, credono nella libertà.
É l’Italia della Resistenza, che silenziosa veglia sulla democrazia. È il vento che non ha mai smesso di fischiare.
Alice Zanola