Andiamo in Stampa!

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Venerdì 19 novembre, ore 22. Ammassati davanti all’entrata, aspettando che apra, ci sono una cinquantina di ragazzi sui sedici anni. No, non è una discoteca, ma la sede de La Stampa.

Giornale di origine torinese, con alle spalle più di un secolo di storia, oggi è diventato uno dei più importanti a livello nazionale. Un po’ diverso dal nostro amato giornalino scolastico, che tra breve festeggerà il suo primo compleanno.

Ma non è solo l’età a rendere diversi Umbertimes e La Stampa: venti dilettanti in una stanza priva di finestre, impegnati a contendersi le poche sedie e i due computer, contrastano notevolmente con i 230 giornalisti (di cui 54 corrispondenti esteri), ognuno dotato dell’ultimo modello di computer e scrivania personale.

La redazione de La Stampa è divisa in settori, secondo un preciso ordine (ad esempio la politica è vicina all’economia) e ognuno ha il suo compito; noi ci sediamo attorno a un tavolo correggendo bozze. L’aspetto positivo: facciamo un tirocinio completo!

Noi poi ci incontriamo un paio di ore alla settimana, per uscire bimestralmente, e abbiamo osservato stupiti la frenesia che regnava nella loro redazione alle undici di sera per la prima pagina, in stampa un’ora dopo.

Mentre i giornalisti discutevano, noi, tentando disperatamente di non intralciare il passaggio, ascoltavamo la nostra guida, che ci spiegava il funzionamento de La Stampa: sapevate ad esempio che il menabò (la bozza) viaggia tutto il giorno per la sede, cambiando continuamente colore (rosso, arancione, azzurro …) fino a diventare finalmente dell’anelata tonalità verde? E che il 40% del giornale è occupato da pubblicità? Se così non fosse, infatti, verrebbe a costare ben quattro volte tanto!

Oltre a Torino ci sono altre due importanti sedi, a Milano e a Roma (con orientamento rispettivamente economico e politico).

Dopo la redazione, siamo passati al doc center, nel quale i giornalisti possono cercare tutti i vecchi articoli su un determinato argomento. In questa stanza la nostra attenzione è stata immediatamente attratta dagli schedari in metallo che occupavano gran parte dello spazio. Su ognuno appariva un nome (da Bush alla Bullock) e ci è stato poi rivelato come contenessero cartelle con foto su personaggi importanti o di una qualche rilevanza.

In un angolo poi c’erano tutte le vecchie copie de La Stampa: non copie cartacee, ovviamente, ma salvate su microfilm della misura di 35 millimetri ciascuno. Altrimenti sarebbe stato impossibile conservarle tutte, considerato che il giornale è nato nel 1867 e che esce 359 giorni all’anno (i giorni di vacanza sono 24, 25, 31 dicembre, la domenica di Pasqua, il primo maggio e Ferragosto)!

È uno dei giornali più famosi italiani, soprattutto nel Nord (l’80% del venduto si registra in Piemonte e Valle d’Aosta). Ha una tiratura alta, che varia però di giorno in giorno: la domenica, per esempio, si stampa sempre di più. Ogni giorno utilizzano comunque fra le 60 o 80 bobine di carta, ciascuna lunga 25 chilometri e pesante 2 tonnellate circa.

Il processo di stampa inizia nel reparto formatura, in cui i file vengono trasferiti su lastre di alluminio e poi, finalmente, sulla carta. Le rotative sono quattro e divise da reparti intermedi. Assistere alla tiratura è molto interessante, una delle parti migliori della visita. Le copie escono velocissime (35000 all’ora), con un’esplosione di colori.

Le copie vengono poi smistate e spedite a destinazione.

E alla fine, stanchi ma soddisfatti, siamo usciti all’una, tenendo fra le mani una copia fresca di stampa: siamo stati i primi al mondo ad averla quel giorno!  

 

Anna Aglietta, Sofia D’Angelo (3 C)

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