Annullo filatelico: memoria di 150 anni

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bozzetto-annullo-filatelico1Da otto mesi ormai si susseguono i festeggiamenti per i 150 anni dell’unità del nostro Paese che in un novembre segnato dall’incertezza economica e dal cambiamento politico stanno volgendo al termine, solo dopo aver coinvolto Torino, da buona prima capitale d’Italia, in una vera e propria maratona culturale. Teatro, arte, mostre, rievocazioni e musica, libri e fotografia, l’anniversario italiano ha davvero negli ultimi mesi trovato modo di esprimere la nostalgia, la consapevolezza, la speranza per uno spirito nazionale riscoperto sotto nuovi punti di vista. Il concorso filatelico proposto all’interno delle scuole dai Ministeri delle Comunicazioni e della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca proprio sulla scia dei festeggiamenti, si propone di trasportarli anche nelle scuole. Una sfida accolta, insieme ad altri istituti, anche dal Convitto Umberto I, come preziosa occasione per partecipare non solo alle celebrazioni, ma soprattutto al sentimento nazionale che spesso scopriamo ancora minacciato, indebolito, sopito. Compito affidato agli allievi: realizzare il disegno di un annullo filatelico per commemorare l’Unità, riassumere la storia di un Paese in un’immagine. Un’arte quella della filatelia probabilmente fino ad ora poco sentita fra i corridoi del liceo, ma che in realtà, come ha sottolineato Matteo Armandi (in rappresentanza dell’azienda Bolaffi) durante la premiazione, nasconde un profondo rapporto con la memoria, negli anni e nei secoli preservata dal collezionismo.
Conservare il ricordo attraverso immagini e parole per guardare al presente del nostro Paese attraverso la sua stessa storia: un invito che nel pomeriggio del 14 novembre -dedicato alla premiazione ma non solo- ha preso forma nelle parole estratte da corrispondenze risorgimentali e lette ad alta voce davanti alla platea dai ragazzi della 4E. Vittorio Emanuele e Cavour, Garibaldi e Anita, lettere da una parte all’altre d’Italia, che l’hanno “accompagnata nel suo percorso di unificazione”, ricorda Giovanni Accusani, direttore della filiale Torino 1 delle Poste Italiane. Di fronte al palco, attorno al perimetro dell’Aula Magna, la mostra appena allestita ed inaugurata in onore di Luigi Einaudi, allievo del Convitto alla fine dell’800, “Einaudi e l’Europa”. Pannelli giunti dall’Istituto Einaudi di Padova per raccontare l’opera di uno dei padri della Repubblica italiana, seconda fondamentale tappa raggiunta dal Paese unito. Voci ed immagini di chi ha “fatto la Storia”, di chi si è trovato in mano le sorti di una nazione, voci che ascoltate dopo 150 anni di cambiamento, crisi, progresso, ricostruzione, suonano come stimolo di riflessione sul presente del nostro Paese.
Sofia Carpinteri e Bianca Bazzani ai tessutiPerché il liceo non serve solo a inculcare nozioni, ad imporre la qultura da tutti ritenuta essenziale, ma a formare un pensiero critico che si lasci incuriosire, provocare. Il sondaggio sul senso di appartenenza alla propria città, all’Italia e all’Europa proposto dalla 4E a tutte le classi e condiviso durante il pomeriggio, è frutto proprio di questa voglia di confrontare passato e presente, di chiarire il proprio ruolo nella società, con gli occhi di chi comincia a sentirsi parte del proprio paese, anche grazie al diritto di voto. Un sentimento di appartenenza che sembra allargarsi, fanno osservare, estendesi sempre di più durante il nostro percorso di studi, cosmopolizzarsi. Da semplici cittadini, a cittadini italiani, europei, del mondo.
Attraverso la memoria delle lettere, l’invito è di dare uno sguardo al presente, ma anche al futuro di questo Paese, che nel voltarsi ad osservare i suoi 150 si riscopre ancora alla ricerca delle proprie radici. Radici nella Storia modellata dalle mani dei grandi, ma che si intreccia alla storia dei cittadini (intrahistoria la chiamava Unamuno), troppo spesso celata, oggi come allora, dai rumori assordanti dei grandi eventi.

Federica Baradello (5F)

 

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