La palestrina (o come la chiamano i più temerari “la caverna di Achino”) è una delle iniziative della nostra scuola che sicuramente quest’anno ha riscosso un successo più che meritato. Nonostante i pomeriggi in cui si ritrovano i soliti 6-7 che non hanno di meglio da fare, o comunque così sostengono, la palestra è sempre un brulicare di persone.
Il fatto che molti studenti si sforzino di trovare il tempo da dedicare alla palestra, iniziativa assolutamente volontaria, tra le lezioni, lo studio, il sonno, i loro mille impegni (e, forse, una vita sociale) è più che positivo. In realtà a volte il tempo viene “rubato” ad altri corsi della scuola, ma non c’è da stupirsi se qualche ragazzo dal pettorale cadente preferisca saltare un recupero sui logaritmi per tonificarlo un po’.
L’aspettativa tipica di chi attraversa il cortile per arrivare in palestra è: atleticità, potenza e forza. La realtà che si deve affrontare è ben diversa: una ventata di sudore, gentilmente emanata dalle 4 scimmie abbarbicate sulle sbarre.
Superato l’arrivo traumatico, l’allenamento inizia con qualche chiacchiera tra amici che fingono palesemente di scaldarsi mentre commentano gli esercizi improponibili che suggerisce Franco (l’istruttore).
Prima o poi, in realtà, li provano anche loro continuando imperterriti nei tentativi finchè non raggiungono l’obiettivo e sono pronti, con non poco acido lattico nei muscoli, alla prossima impresa. Ed è proprio questo il bello: quell’ora passata in palestrina si trasforma in una competizione continua a chi fa più muscle up, chi corre più veloce trainando una slitta (stile husky) o chi resta per più tempo in plank. In un ambiente simile il miglioramento fisico è inevitabile ed è strettamente connesso a quello mentale perchè ogni obiettivo raggiunto è una grande soddisfazione personale.
Sfogarsi un po’ salva la mente, provata dalle otto ore di scuola precendenti, da una inevitabile crisi da stress e allegerisce le ore passate nel cupo edificio. Tra la musica e le risate è, o dovrebbe essere, il corso più quotato del Convitto.
P.S. Non fate arrabbiare Achino, altrimenti l’anno prossimo vi allenate nei corridoi.
Maddalena Tibone (5E)