Il Presidente della Repubblica si è dimesso una settimana fa, ha firmato la lettera di dimissioni, ha ricevuto gli onori militari dovuti a ogni capo di stato ed è tornato a casa. Il giorno successivo si è recato per la prima volta nel suo ufficio da senatore a vita e, tra la lettura di tutti i biglietti di ringraziamento e di benvenuto, ha trovato il tempo per fare quattro chiacchiere con i cronisti che si erano affollati all’ingresso dell’edificio.
Sembrerebbe una scena che si ripete ciclicamente ogni sette anni, ma non è così. Non bisogna dimenticare che Giorgio Napolitano è stato Presidente della Repubblica Italiana per ben 9 anni, il primo ad essere eletto per 2 mandati. Un avvenimento storico.
Gli ultimi governi che hanno ricevuto l’incarico, appunto da lui, sono nati in circostanze diverse dal solito e sono stati formati da tecnici, sindaci e professori che non si sono presentati al vaglio delle urne.
Questo presidente è stato oggetto di discussione per le sue scelte controverse; eletto perché unico a essere appoggiato dalla maggior parte delle forze politiche dell’attuale Parlamento, ma poi spesso rinnegato e disconosciuto per le sue decisioni, non sempre accomodanti.
È stato salutato da un gran numero di persone che gli hanno espresso la propria gratitudine per il suo spirito di laico servizio nei confronti dello Stato e dei suoi cittadini. E come dimenticare l’adorata moglie Clio? La prima e privilegiata consigliera del marito, sempre in prima linea in tutte le occasioni ufficiali, sempre discretamente presente ed elegante. Lei stessa ha confessato che la premura è dovuta all’affetto che li lega da quando si conoscono.
Il “nonno d’Italia”, ormai superata l’età dei grattacapi, ora può dedicarsi al suo novo compito: essere un buon senatore a vita, insieme a tutti coloro che lui aveva già nominato.
Qualunque opinione si abbia del suo operato, un riconoscimento è d’obbligo: essere il massimo rappresentante di una nazione è certamente un incarico di grande peso, che implica una responsabilità che dall’esterno non si può nemmeno immaginare. È sicuramente un compito difficile, che assorbe energie e sottrae tempo alla propria vita personale.
Beatrice Cagliero (3B)