Un viaggio in pullman nel bel mezzo del Brasile basta per far capire quanto i profitti influiscano sul nostro rapporto con la natura e la biodiversità.
Se si passasse in mezzo a 400 km consecutivi di campi di barbabietola da zucchero, forse ci si potrebbe porre determinate domande.
Vengono abbattuti ettari ed ettari di foreste per impiantare specie di piante altamente produttive, destinate esclusivamente ad essere rivendute ad industrie per la successiva trasformazione in surgelati, sughi, lattine di qualsivoglia genere alimentare.
Tanta più è elevata la Biodiversità, tanto più elevata è la salute del pianeta; bisognerebbe spiegarlo a chi disbosca ettari di foresta per mettere a coltura dei terreni in cui coesistono a malapena due specie di esseri viventi, dato che tutto il resto viene ucciso dai pesticidi che rendono il terreno sterile.
È necessario capire che prezzo si è disposti a pagare per un profitto economico; quanto tempo può passare prima che i risultati delle nostre follie si ripercuotano sull’ambiente in cui noi viviamo?
Per questo, nelle scuole si stanno tenendo delle conferenze esaustive sull’argomento, grazie al contributo di numerose ONG, alla fondazione CRT e al progetto Diderot.
Dobbiamo comprendere che la salute del pianeta è legata al numero di specie che vi coabitano e che lo arricchiscono, rendendolo vario ed adatto alla sopravvivenza di tutti.
Beatrice Cagliero IIB