In un piccolo paese, in una grande isola, in un enorme stato, vive una coppia. Potreste dire “E quindi? Chissà quante coppie vivono in quel piccolo paese, in quella grande isola o, addirittura, in quell’enorme stato.” Avete ragione. Eppure non è una coppia come le altre. E di nuovo, potreste rispondere “Nessuna coppia è come le altre”. Vero anche questo. Lei si chiama R., lui A. Nel 2015 R. ed A. si sono innamorati e nel giugno del 2016 sposati. “Ancora? Non è una novità che due persone innamorate si sposino.” Avete ragione, di nuovo. A., però, è cieco da 5 anni. Silenzio. E questo vuol dire una sola cosa: A. si è innamorato ed ha sposato una donna che non ha mai visto. O meglio, A. ama una donna che ha visto, ma non con i propri occhi. “Ma quindi come ha fatto?” Siamo sicuri che gli occhi siano davvero l’unico modo per “vedere” una persona? Probabilmente no, ed A. ne è la prova. Il problema è che nessuno se ne accorge mai davvero. Nessuno tranne A. Molti lo affermano, alcuni anche in modo abbastanza convinto. Ma come ben si sa, tra il dire e il fare, più che il mare, c’è di mezzo una marea di cazzate. Troppe volte si sente dire che l’aspetto esteriore non conta. “Un libro non si giudica dalla copertina”. Ma chi può veramente smentire di farlo? Paradossalmente solo un cieco. La maggior parte delle persone lo affermerebbe, qualcuno magari ci penserebbe anche, ma pochi lo farebbero davvero. Le magiche parole “ Io non giudico” sono sulla bocca di molti. Sono i fatti che mancano. “Riguardo a questo siamo tutti d’accordo, perché ne stiamo ancora parlando?” Forse perché, allora, si potrebbe fare il passo successivo: stabilire, tutti insieme, che cosa è importante e che cosa non lo è. In modo da capirci, finalmente, e, magari, anche non risultare più degli ipocriti. Perché “vedere” davvero una persona significa scoprire cos’ha dentro. Significa non fermarsi all’apparenza. Andare oltre. Superare quell’ostacolo di pregiudizi che esiste da sempre. E che per sempre esisterà. Significa imparare a conoscere una persona senza farsi fermare da come appare. Significa avere il coraggio di avventurarsi in qualcosa pur avendo la consapevolezza che il risultato potrebbe non essere quello sperato. Non importa se alla fine non piace. L’importante è averci provato. A. si è innamorato di quello che R. è, non di quello che appare agli occhi di tutti gli altri. E così dovremmo fare tutti. “A però non aveva scelta” potreste dire. Vero. Allora è triste pensare che l’unico modo per superare definitivamente quell’ostacolo è essere ciechi. Perché si continua a sognare, a parlare, ma non si cambia. Perché siamo e rimarremo un mondo abituato a guardare, ma non ad approfondire. Un mondo che non si impegna a cercare la verità. Forse per pigrizia. O forse solo per paura di ammettere i propri errori. Un mondo pieno di pregiudizi e stereotipi. Un mondo che giudica. Un mondo ipocrita. “Ma siamo quello che siamo” potreste dire. Beh, a quanto pare, siamo un mondo che sta sbagliando.
Elena Parodi (4B) – corrispondente dalla Tasmania