Lo smalto delle sue dita, quando emerse dall’acqua.
Blu era il mare.
Blu il cielo, che si fondeva con l’oceano.
Blu il suo abito ed i suoi occhi ridenti.
Blu il suo colore preferito ed il suo zaino, quando se ne andò.
Blu la mia faccia, quando giocavamo alla lotta.
Blu i sottili bracciali ai polsi, la matita e l’ombretto.
Ombretto blu, colato sulle guance dall’acqua salmastra, quella sera, ma bianca e diafana la pelle fredda, lisci neri i capelli.
Morbide le mani di chi non consce il lavoro … ma sporche di blu: l’inchiostro.
E i denti avorio rilucevano nell’elegante penombra del fuoco, mentre ci raccontavamo vecchie storie.
E tu, che modellavi le parole come argilla, proprio tu che anelavi alla conoscenza, hai infilato la porta blu del bungalow e sei corsa via, acqua salsa e salse lacrime giù per le guance mentre si mischiavano all’ombretto.
Blu.
Ma è scura, nera, l’ombra che mi oscura il viso quando ripenso al motivo della tua fuga: LA VERITÀ.
Giulia Beltramino (3B)