Non sono solo l’ambiente, il clima, la lingua e il cibo ad essere completamente nuovi per un emigrato in Italia. Cambiare paese quando si è ragazzi e andare a studiare all’estero implica anche l’adattamento ad una nuova realtà scolastica. Ogni paese ha un suo sistema educativo sia a livello organizzativo della scuola sia a livello didattico di formazione. La cultura, inoltre, si riflette nell’istruzione ed è per questo che l’aver frequentato per anni una scuola brasiliana per por iscriversi ad un liceo classico a Torino, come l’Umberto I, può rappresentare una serie di cambiamenti di notevole portata.
Le differenze sono tante. Si può iniziare dalla semplice considerazione che in Brasile la scelta del liceo non comporta una scelta di indirizzo, il liceo è unico per tutti. L’anno scolastico, nell’emisfero australe, inizia a Febbraio e si conclude a Dicembre, così le vacanze si suddividono fra i due mesi estivi (Dicembre e Gennaio) e quello invernale (Luglio).
Nelle classi italiane, al primo impatto, il giovane brasiliano si stupisce di non trovare singole sedie CARTEIRAS, ma banchi decisamente più comodi per scrivere; viene colpito dalle minuscole dimensioni della lavagna, che nelle scuole brasiliane occupano un’intera parete; è attirato dai vari colori dei vestiti dei nuovi compagni, non obbligati ad indossare la divisa, ed è scioccato dalla quantità di libri appoggiati sui banchi … davvero troppi! Allo studente brasiliano è sufficiente un solo quaderno e la ‘’apostila”: un libro che comprende tutte le materie e il programma da seguire ogni bimestre (e che dunque si cambia ogni due mesi ).
In Italia ci si sveglia più tardi, tutti i Licei in Brasile infatti iniziano le loro lezioni alle 7:15 e, come in tutti i licei tradizionali italiani, la giornata di scuola finisce non più tardi delle 13:30. L’appello portoghese è veloce, non si devono portare giustifiche per assenze o ritardi e l’insegnante non si sogna minimamente di avere un portatile che fa da registro elettronico. Questi aspetti non sono certo gli unici a rendere difficile l’adattamento dello studente brasiliano.
Le materie italiane sono infatti diverse da quelle brasiliane, non vengono insegnati né il greco né il latino, le ore di educazione fisica sono facoltative, non si parla di religione e l’unica seconda lingua insegnata nella maggior parte delle scuole è l’inglese americano.
Il liceo brasiliano dura solo tre anni e prevede uno studio più approfondito delle materie scientifiche come matematica, fisica, chimica e biologia. Ci sono lezioni di laboratorio basate su esperimenti, calcoli, misurazioni e persino sulla vivisezione.
La matematica italiana è troppo teorica, l’inglese ha un accento diverso e nelle ore di filosofia non si discute di attualità. In Italia non si fanno tanti esercizi e si leggono testi molto più lunghi. Il programma di grammatica in Brasile si conclude al terzo anno, la letteratura studiata è sia quella portoghese sia quella autoctona. Si studiano anche l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso: non quelli di Dante, ma quelli scritti da Gil Vicente, l’autore portoghese più celebre. I temi sono esclusivamente argomentativi e hanno un limite di 30 righe come massima lunghezza. La storia segue un’impostazione sintetica: la storia mondiale viene studiata nei primi due anni, mentre quella brasiliana al terzo anno.
Anche il metodo di valutazione è diverso: le verifiche sono stabilite da un calendario all’inizio dell’anno, l’insegnate deve rispettare le date prefissate, organizzandosi con il programma da svolgere. Le domande di un compito scritto sono sempre dieci, brevi e prevedono risposte aperte di massimo tre o quattro righe. Le interrogazioni orali non esistono, secondo il Ministero dell’Educazione tale metodo non è efficace dal momento che, esponendo un argomento oralmente, l’alunno può sentirsi in soggezione o in imbarazzo davanti alla classe e non dimostrare dunque le sue reali conoscenze.
La scala di voti va dallo zero al dieci. Una verifica in bianco merita uno zero e si dà dieci quando le risposte sono tutte corrette. Non si hanno ‘’più”, ‘’meno” o ‘’mezzi”, ma ci sono i decimi. Ogni due mesi si fa una verifica generale che comprende cento domande a scelta multipla. La media è aritmetica e non è dato il voto di condotta.
Più facile o più difficile? Più impegnativo il liceo brasiliano o quello italiano? Non si può affermare con certezza. Una cosa però è evidente, la formazione data a un ragazzo brasiliano è completamente diversa da quella data a uno studente italiano.
Talita Ferrantelli (3B)