L’adolescenza è un periodo molto difficile durante il quale si vuole essere più autonomi e adulti, ma si ha ancora bisogno dei genitori come punto di riferimento e dei loro giudizi anche se possono sembrare soffocanti.
Da sempre le nuove generazioni si sono sentite così e la musica ha sempre aiutato a esprimere le proprie emozioni e a capire meglio chi si è e a che gruppo si appartiene.
La musica, infatti, aiuta a confrontarci con le nostre emozioni che, soprattutto in questo periodo, sono indecifrabili e difficili da gestire. Ma non è solo una questione di appartenenza ad un gruppo di amici che hanno gli stessi interessi e gusti musicali; anche quando vogliamo estraniarci dal mondo o distrarci, mettiamo le nostre canzoni preferite a tutto volume. Addirittura, al contrario di quello che pensano molti adulti, con la musica giusta (non troppo ritmata e con poche parole) si riesce a focalizzare meglio la propria attenzione su quello che si sta studiando.
A seconda dell’umore, ascoltiamo la musica che più ci rappresenta: se siamo tristi non ascoltiamo musica ritmata e vivace, se siamo felici non ascoltiamo canzoni tristi e lente.
I cantanti diventano idoli ed esempi da seguire perché, soprattutto quando sono autori dei propri testi, hanno provato le nostre stesse emozioni e questo ci fa sentire più compresi e meno soli in un mondo che ancora non ci appartiene e che non riusciamo a decifrare.
Gli adulti criticano i ragazzi che sono sempre con le cuffiette, che non stanno attenti a quello che succede attorno a loro e che vanno avanti ad ascoltare musica ad alto volume mettendo a rischio il proprio udito. Ma, invece di sgridarci, dovrebbero ricordarsi com’erano loro da giovani e cercare di capire la nostra musica e i nostri gusti perché per noi ogni canzone ha il suo significato e il suo messaggio che vogliamo mandare al mondo esterno.
Emma Moro