Cara Carolina,
hai detto proprio bene. Perché è possibile porsi così tante domande, per le quali la maggior parte delle volte non esistono risposte? Sin dai tempi dei filosofi dell’Asia minore si è cercato di dare una risposta a questi problemi esistenziali. Si è partiti dal cercare di dare risposte concrete alla morte, all’amore, alla vita, a un dio, si è giunti a parlare di un mondo trascendente al nostro al quale si fa riferimento e, agli antipodi, a una finalità immanente delle cose. Chissà se esiste veramente un dio, o un dio vero. Chissà se esiste una galassia in cui si possono vivere tante vite insieme o in cui non esiste la morte. Chissà cosa c’è dopo la morte!
Sicuramente io non sono la persona che può darti la risposta a tutte queste domande e, ancora meglio, non troverai mai nessuno che abbia una risposta a queste domande. Ognuno di noi può cercare delle soluzioni partendo dal mondo concreto e dalle esperienze per arrivare a un astratto a noi incomprensibile e lontano.
Forse è questa la bellezza di essere uomini: essere esseri finiti. Noi passiamo la vita a cercare delle risposte a delle domande alle quali non si può rispondere. O forse cercare di rispondere è proprio lo scopo della vita. Non credi che siano i dubbi e le difficoltà quelli che hanno sempre spinto gli uomini a dare di più e meglio?
Cara Carolina, una soluzione non si può trovare. Forse è questo ciò che spinge certi uomini a togliersi la vita. Sentirsi così piccoli da non volere neanche più esistere. La vita è bella ma breve. Sfrutta tutti i mezzi che hai per viverla al meglio.
Queste domande tienile a mente e ripensaci quando avrai più esperienza per ipotizzare una soluzione nella quale più troverai conforto.
Nel frattempo credi in qualcosa, perché solo così puoi fare la differenza nella tua vita.
Paolo Molinatti (3E)