È tornato il sole sulla piazza che fronteggia il Teatro delle Feste di Bardonecchia dove questa mattina si è tenuta la cerimonia di chiusura delle Convittiadi 2011, in un’atmosfera che ha ancora una volta messo in luce lo spirito sportivo di condivisione che caratterizza la manifestazione. Dopo una settimana di incontri sul campo, centinaia di ragazzi si sono raccolti davanti al palco per veder premiati gli sforzi propri e dei loro compagni, festeggiando le conquiste più che meritate di ogni Convitto. Anche il Sindaco di Bardonecchia, dopo il saluto e i ringraziementi del Prof. Pietro Teggi, Rettore del Convitto di Torino, si è unito ai festeggiamenti dei ragazzi, “miglior testimonianza di questo 150 anniversario dell’Unità d’Italia”. Decine gli atleti a salire sul podio orgogliosi della loro prestazione anche per la loro scuola, che li ha accolti con grida di esultanza sostenute da quelle degli avversari, in rispettoso omaggio e ringrazimento alla bellezza del partecipare. Sui tre gradini della premiazione sono saliti calciatori, pallavolisti, nuotatori, scacchisti, corridori, giocatori di tennis tavolo e basket, accogliendo con un sorriso le foto e gli applausi non solo per la loro bravura ma come esempio vero di una sportività che nasce della voglia di mettersi in gioco, di darsi una stretta di mano e complimentarsi a vicenda oltre la vittoria e la sconfitta. Aosta e Roma si sono salutate l’un l’altra, memori delle molte sfide che le hanno viste contendersi le prime posizioni, ma anche dei legami stretti grazie allo sport nel rispetto per l’avversario, che pur con qualche esempio anche in questa edizione di eccessiva esaltazione per la propria squadra, ha in generale impregnato ogni gara e competizione. Hanno consegnato le coppe, le targhe e le medaglie il Sindaco di Bardonecchia, i Rettori del Convitto di Torino e del Convitto per sordi di Roma, insieme al responsabile del comitato organizzatore Francesco Chiaravalloti e ai referenti degli sport, nella piena soddisfazione per la buona riuscita della settimana e per ciò che hanno contribuito a creare con la loro disponibilità e il loro impegno. Le mani dei vincitori si stringono per complimentarsi a vicenda e si dà spazio ai saluti e alle foto di gruppo. Roma con la felpa di Firenze, Firenze con quella di Roma: un ultimo scambio in ricordo delle esperienze e delle emozioni che alcuni potranno rivivere il prossimo anno e che per altri resteranno uniche ma indimenticabili. La bandiera delle Convittiadi è passata dalle mani del Rettore del Convitto Umberto I e del prof. Chiaravalloti a quelle del Rettore del Convitto di Cagliari, prossimo ospite di questo evento ogni anno più amato e seguito. Nel salutarsi e guardare concludersi anche quest’anno le “Olimpiadi dei convitti” si rinnova così l’attesa di rincontrarsi nella prossima edizione, di rinnovare ancora una volta un evento che diventa sempre più occasione in cui riconoscersi per tutti i Convitti e gli Educandati italiani, assumendo un’importanza straordinaria e sorprendente nel loro ruolo educativo fondamentale.
Federica Baradello