“Perché piangi?” “Perché sono triste”. E se invece fosse il contrario?
Lo psicologo americano William James e lo psicologo danese Carl Lange pubblicarono nella fine del XIX secolo una teoria dell´emozione, secondo la quale l’emozione è la sensazione di modificazioni fisiologiche. Ciò significa che non tremiamo perché abbiamo paura, non piangiamo perché siamo tristi, il cuore non batte più veloce perché siamo arrabbiati: abbiamo paura perché tremiamo, siamo tristi perché piangiamo e siamo arrabbiati perché il cuore batte più veloce.
All´ inizio del XX secolo il fisiologo Walter Cannon pubblicò una critica alla teoria di James-Lange, sostenendo che, poichè un evento fisiologico (ad esempio l´accelerazione del battito cardiaco) può caratterizzare di più di una sola emozione, è impossibile affermare che una modificazione fisiologica provochi una specifica emozione. Inoltre, essendo gli organi viscerali raggiunti da un piccolo numero di nervi, le modificazioni fisiologiche sono lente, a differenza delle sensazioni percepite emotivamente. Cannon elaborò quindi una teoria, che fu poi ripresa qualche anno dopo da Philip Bard, secondo la quale le modificazioni fisiologiche e gli stati soggettivi, quindi le emozioni, avvengono simultaneamente.
Qualche decennio più tardi, poi, gli psicologi cognitivisti ritennero responsabili delle emozioni solo l´ individuo stesso, in quanto la causa non é l´ ambiente circostante o un avvenimento esterno in sé: tutto é provocato da come il singolo interpreta la situazione in cui si trova e da come la valuta.
E le emozioni sono indipendenti dalla ragione? Lo psicologo americano Robert Zajonc afferma che nella maggioranza die casi sì. “Non é sulla base di una dettagliata analisi cognitiva dei pro e dei contro delle loro azioni che le persone si sposano o divorziano, uccidono o si suicidano oppure rinunciano alla libertà”. A questa teoria si oppone Richard Lazarus, che sostiene per qualsiasi emozione é necessaria e sufficiente una valutazione cognitiva. Infatti egli ritiene errato cosiderare una valutazione cognitiva necessariamente come un pensiero razionale consapevole. Secondo lui reagiamo agli stimoli utilizzando la ragione in modo rapido e inconscio, a cui poi segue una risposta emotiva.
Non si é ancora certi della validità di una teoria dell´ emozione piuttosto che di un´altra, continua a esserci chi ritiene che i sentimenti non abbiano niente a che vedere con la ragione o con solo reazioni chimiche interne e chi, al contrario, ne attribuisce l´esistenza esclusivamente al sistema nervoso.
Letizia Cardone (4D)