“Ci vorrebbe un miracolo” : intervista ad Erika e Roberta

Tempo di lettura: 4 min

Di cosa parla “Ci vorrebbe un miracolo” e a cosa si deve questa scelta?

E – “Ci vorrebbe un miracolo” parla di un funerale, più precisamente di una veglia, in onore del personaggio principale dello spettacolo, Fabio Tabucco, che si vedrà costretto a tornare nel mondo dei vivi a causa di alcune faccende in sospeso e si troverà catapultato nella sua amatissima famiglia la quale renderà il suo soggiorno da visitatore passivo un vero inferno. Il titolo è stato scelto dai nostri adorati registi (Daniele Villari, Luca Accolla e Andrea Marietta) ed è estata l’ultima cosa abbiamo pensato per lo spettacolo: i registi avevano già deciso le parti, mancava solo un titolo adatto! Ed eccolo! Infatti il miracolo è proprio ciò che caratterizza lo spettacolo.

R – “Ci vorrebbe un miracolo” è una commedia scritta da Daniele Villari che è anche il nostro regista, nonchè il pilastro dei companeros.  Lo spettacolo parla di una serie di eventi scatenati dalla morte improvvisa di Fabio Trabucco, tra cui il suo non poter passar a miglior vita a causa di “conti lasciati in sospeso”, ma il vero scopo dello spettacolo è di far ridere. Credo che far ridere senza offendere nessuno sia una cosa bellissima e rivoluzionaria, dato che una volta una persona mi ha detto che sarà la mancanza del senso dell’umorismo a distruggere il mondo.

Come ogni anno le prove dei “companeros” iniziano sempre mesi e mesi prima: quando avete cominciato a provare sul serio?

R – Come al solito abbiamo iniziato a provare sul serio dopo le vacanze di Natale. Ci trovavamo in Aula Magna ogni venerdì ma, poichè il tempo è stato un po’ stretto, ci siamo incontrati anche di sabato. A mio parere le prove sono una parte bellissima del “fare teatro” e nella nostra compagnia ancora di più, perché siamo molto uniti e provare insieme è sempre divertentissimo!

E – Da ottobre a dicembre ci contrentriamo di più sugli esercizi per migliorare l’improvvisazione, la voce e l’espressività del corpo. Le prove “serie” iniziano dopo le vacanze di Natale. Prima leggiamo tutti inseme il copione, poi iniziamo a provare sul palco gli spostamenti necessari (con copione alla mano), infine studiamo le battute. A volte ci incontriamo anche il weekend per provare! E questo dimostra quanto ci teniamo noi e i registi a far funzionare tutto.

Come può essere definito il vostro spettacolo?

E – E’ uno spettacolo originale e frizzante!

R – Beh, noi speriamo divertente, ma sta a voi confermarlo!

Avete debuttato il 30 maggio davanti ai familiari e gli amici. Come vi siete sentite prima di entrare in scena?

R – L’emozione del pre-spettacolo è unica! Per quanto mi riguarda, ogni volta che metto piede su un palco è la prima volta. Sono tante le emozioni nell’entrare in scena, e tante sono le paure, ma quando incontri gli sguardi di un pubblico che pende dalle tue labbra o che ride di gusto alle tue battute o a volte qualcuno che piange, tutte le ansie evaporano e lasciano posto al fluire meraviglioso di quell’arte effimera che è il teatro!

E – Sinceramente un po’ in ansia, ma chi non lo è mai stato? Eravamo un po’ preoccupati, questo è ovvio, ma ci siamo fatti forza a vicenda con continui pollici in su dietro alle quinte e pacche sulla spalla; alla fine l’ansia è svanita! Nelle ultime scene eravamo tutti “scialli”, se così si può dire.

Siete state entrambe sullo stesso palco con Romeo & Giulietta, lo scorso anno. Che personaggio rifareste all’istante?

E – “Voltati e sguaina la tua spada!” Assolutamente Tebaldo! L’anno scorso mi sono affezionata tantissimo a questo personaggio e lo rifarei molto volentieri! Anche Mercuzio non mi dispiacerebbe affatto…ma il mio lato Capuleti non lo accetterebbe.

R – Mille volte Eva! Niente contro Giulietta, per carità, ma Eva, come personaggio è più di quanto potessi sognare di interpretare! Ha una personalità fortissima, esplosiva, al contrario di miss. Capuleti, e soprattutto regala sorrisi!

Sia Zia Carmela che Eva Beltoso e i suoi capelli rosa sono due personaggi che difficilmente si dimenticano; per quale ragione la gente deve assolutamente andare a conoscerli?

R – Beh, non siete forse curiosi di sapere come farà una con i capelli rosa e la fissa del sovrannaturale ad aiutare il fantasma di suo zio a passare a miglior vita senza poterlo né vedere, né sentire, né tantomeno toccare? Venite a scoprirlo!

E – Mettendo insieme zie appiccicose, nipoti introvabili, Barbie vampiro con i capelli rosa, sgambettate con le alucce e farmaci sperimentali si riderà per un’ora e mezza! Davvero, divertimento assicurato con uno spettacolo marchiato “companeros”!

Cosa vi portate nel cuore di questa meravigliosa esperienza?

E – I companeros in generale! Per me, come per tutti, sono come una seconda famiglia. Con loro scherziamo, facciamo esperienze nel mondo del teatro, ci sosteniamo a vicenda e alla fine riusciamo a crescere sia come attori che come persone.

R – Tante cose belle che a scriverle sembra quasi di sminuirne il valore! L’amicizia, prima tra tutte, piena di emozioni e risate, ma non solo. Perché purtroppo non ci sono state solo cose belle quest’anno. E per quanto paurosa sia l’assenza di qualcuno, come quella della nostra amica Po, spero che ciò che ci lega sia più forte, spero che continueremo, mai come prima, ma in un altro modo, magari migliori! Perché, giusto per citare un po’ lo spettacolo, “Guardiamoci intorno! La vita stessa è un enorme, gigantesco casino! L’importante è non affrontarla da soli!”

Meravigliosa intervista. Grazie ragazze! “Ci vorrebbe un miracolo” merita, come ogni spettacolo dei Companeros, di essere visto. Il cast vi aspetta a braccia aperte mercoledì 10, alle ore 9 in Aula Magna!!!

 

Claudia Brizzi (3E)

268640cookie-check“Ci vorrebbe un miracolo” : intervista ad Erika e Roberta