Non servono tante parole per far capire come la fiducia nel futuro svanisca lentamente ed inesorabilmente.
Per spiegare come, si può partire da una di quelle storie che di solito si raccontano ai bambini; storie che hanno una morale, che insegnano qualcosa di utile, che fanno paura perché restano più impresse.
C’era una volta una ragazza che molti avrebbero osato definire meravigliosa, dalle linee sinuose, morbide. Aveva uno sguardo che ipnotizzava come il canto delle sirene; il blu era il colore delle pareti di casa sua e dei suoi profondissimi occhi. La sua acuta intelligenza la faceva spiccare in mezzo a tutti gli altri perché era in grado di ragionare e di pensare parole incantevoli e fluenti che lasciavano stupefatti per la sua giovane età.
Ma (un “ma” ci deve sempre essere in ogni storia che si rispetti), i suoi sogni vennero infranti. Migliaia di errori non suoi si riversarono sul suo futuro, trasformandolo in una brutta autostrada grigia in un giorno di pioggia, con l’asfalto bagnato, scivoloso e con una leggera e fastidiosa foschia che inumidisce la pelle e rende l’aria irrespirabile.
Il mondo entrò in una terribile crisi economica e finanziaria, una delle più nere dal secondo dopoguerra e la sua natura non fu da meno.
Tutto costava di più, tutto si vendeva di meno e nessuno sapeva come risolvere la situazione.
Tanti cavalieri provarono a salvare il regno, tutti benedetti o maledetti dal popolo, ma ci provarono. Come in tutte le favole che furono e sono scritte, a questo punto, ci vuole l’Eroe perfetto per sconfiggere il mostro e liberare la fanciulla.
Tutti possono sognare il finale che preferiscono, il classico “…e vissero per sempre felici e contenti.” Sperano che arrivi l’Uomo o la Donna giusta. Non sarebbe male un’inversione di tendenza nella percentuale di eroine che salvano il mondo. Sono state ignorate per secoli, ma forse possono ancora rimontare!
Comunque vada a finire questa storia nell’immaginario collettivo, non c’è da essere così ottimisti.
A casa di quella bellissima ragazza, nella sua dimora azzurra, rimane solo una sedia vuota; non ci sono più le lenzuola nel cassetto, trasformate in un cappio, stretto dalle avversità e dalle scorrettezze di tanti che si proclamavano i suoi amanti e che poi l’hanno tradita e presa in giro.
E lì, incapace più che mai di rompere i legami di dipendenza con quelli che stanno in alto. Organizzati, rigorosi e tristi. La nostra Italia appesa in mezzo al suo mare. La nostra Italia che ora riesce a smettere di vedere i visi che condannano e ad ammirare il cielo pieno di stelle.
Beatrice Cagliero (2B)