Yichang, nell’Hubei, è una cittadina nel centro della Cina, famosa per la serratissima legge sul figlio unico. Però, con l’abolizione della norma che imponeva un solo figlio per coppia, a fine dello scorso anno, le cose sono cambiate. La commissione di Sanità e Controllo di Yichang ha pubblicato sulla sua pagina web una lettera aperta ai lavoratori del Partito, spingendoli a dare il buon esempio cominciando proprio da loro stessi. I cittadini con l’età giusta per procreare devono avere un secondo figlio, mentre coloro che non hanno più la possibilità, devono educare i figli a dar loro, in età fertile, un secondo nipote. Per questa ragione il Comune ha stabilito alcuni vantaggi per i “due volte” genitori, come ad esempio permessi di maternità prolungati, visite mediche gratuite o costruzioni di nuovi asili. Secondo le statistiche, solo lo scorso anno il numero di nati ogni mille persone risultava essere il 9,2 su quattro milioni di abitanti.
La Commissione ricorda che, se la tendenza continua, si arriverà ad avere una società anziana con un’ urbanizzazione incompleta. Inoltre la preferenza per il figlio maschio ha provocato una sproporzione (116 maschi ogni 100 femmine). La legge fu imposta negli anni ottanta da Deng Xiaoping, però nel 2015 Pechino ha annunciato l’abolizione del figlio unico, così da evitare anche aborti forzati e multe alle coppie che hanno più figli.
Hubei è una delle province cinesi prevalentemente agrarie, nel quale i giovani decidono di cercare lavoro nelle regioni costiere o nella capitale. Pechino calcola 17 milioni di nascite nei prossimi cinque anni, anche se l’aumento di natalità tarderà a dare i suoi frutti. Secondo l’Accademia Cinese di Scienze Sociali, sono necessari 2,1 figli ogni donna per mantenere i livelli di popolazione desiderati.
E’ vero che il governo ha eliminato la legge, ma non ha cambiato il sostegno economico per le giovani coppie. “Avere un figlio oggi in Cina costa tantissimo, figuriamoci averne più di uno”.
Claudia Brizzi (5E)