Come ogni anno, l’Umbertimes è pronto ad intervistare i ragazzi che hanno partecipato alle Convittiadi, le Olimpiadi Nazionali del Convitti italiani. Quest’anno i nostri sportivi hanno gareggiato nelle varie discipline a Lignano Sabbiadoro, in Friuli. Anche nella decima edizione sono riusciti a portare a casa varie medaglie; sentiamo un po’ cosa ci raccontano Gabriele (2E), Francesco (2F), Virginia (1E), Bruno (2F) e Laura (1H).
1. Ciao ragazzi! Qual è stata la prima emozione che avete provato al momento dell’inizio di quest’avventura?
F – Mi sono sentito carico per una settimana di puro sport!
B – Avendo già partecipato l’anno scorso, fin da subito sapevo che sarebbe stata una fantastica esperienza e non vedevo l’ora di ripeterla.
V – Non saprei come descrivere quest’esperienza. Una volta che iniziano le Convittiadi, appena partono i cori, le canzoni, appena ti chiedono di dove sei, è in quel momento che capisci che, anche se in piccolo, stai rappresentando la tua città. E a sentirlo potrà sembrare banale, ma l’emozione che provi in quel momento è indescrivibile.
G – All’inizio ero un po’ in imbarazzo perchè non conoscevo nessuno, ma dopo un paio di giorni ho incontrato un sacco di persone incredibilmente simpatiche.
L – Quando sono iniziate le Convittiadi ero entusiasta, ma allo stesso tempo molto ansiosa.
2. In che discipline avete gareggiato e quali risultati avete ottenuto?
G – Io ho gareggiato nel nuoto vincendo la staffetta insieme ai miei compagni e arrivando terzi nei 100 m dorso.
F – Ho partecipato alle Convittiadi per pallacanestro e quest’anno ci siamo piazzati al 2° posto.
L – Ho gareggiato come corridrice alla campestre large (1200 m), arrivando terza, e come seconda staffettista, dove siamo arrivati quarti.
V – Ho partecipato alle Convittiadi per tennis. Sinceramente avrei preferito raggiungere risultati migliori, ma sono contenta di aver dimostrato cosa significhi per me questa disciplina.
B – In questa edizione, come l’anno scorso, ho gareggiato nelle discipline di tennis, singolare e doppio, e beach volley.
3. Se doveste scegliere un aggettivo che riassume l’esperienza vissuta, quale sarebbe?
L – Un aggettivo per riassumere le Convittiadi? Direi “emozionante”! Perchè non è solo lo sport, ma anche l’amicizia che rende tale questo evento.
G – Incredibile!
B – Se dovessi descrivere quest’esperienza con un paio di parole sceglierei divertimento ed impegno.
F – Adrenalinica, in tutti i sensi!
4. Avevate degli obiettivi prima di iniziare le partite? A fine settimana sono stati raggiunti?
F – Personalmente mi ero imposto di sorpassare il 6° posto ottenuto l’anno scorso e direi di sì, ci sono riuscito.
G – L’ obiettivo che avevo era superare Niccolo’ Iraso come numero di vittorie (lui aveva raggiunto la bellezza di due argenti e un bronzo negli anni passati), però non ce l’ho fatta.
B – Sicuramente ad inizio settimana mi ero posto degli obiettivi, basandomi anche sui risultati ottenuti l’anno precedente. Devo dire che alla fine sono stati conseguiti e sono orgoglioso di aver raggiunto il podio in tutte le discipline a cui ho partecipato: argento di beach volley e tennis, bronzo di doppio. L’unica cosa che mi ha lasciato un po’ deluso è quella di non essere arrivato fino in fondo e vincere nel tennis, come ero riuscito a fare nella scorsa edizione.
L – Beh, il mio obiettivo era arrivare sul podio e alla fine ci sono riuscita!
V – Penso che l’obiettivo di tutti prima di iniziare una gara, anche se non si ammette spesso, sia vincerla. Però se devo dire la verità dopo la prima partita giocata il mio obiettivo è cambiato. Da poche settimane ero ferma a causa di un infortunio e, nonostante avessi vinto, nel primo turno del girone, non avevo dato il meglio e non ero stata contenta di come avevo giocato. Nelle partite a seguire il mio obiettivo è quindi diventato quello di dimostrare a me stessa che se volevo, indipendentemente dal male, potevo dare il meglio di me in partita. .
5. Siete orgogliosi dei risultati ottenuti?
L – Ovviamente sì!
G – Sì, assolutamente!
B – Sì, sono orgoglioso di aver raggiunto il podio sia per tennis che per beach volley.
V – Sì, il mio obiettivo è stato raggiunto.
F – Il gradino più alto del podio sarebbe stato meglio, ma nel complesso sì, sono soddisfatto.
6. Parlateci un po’ di come si svolgevano le vostre giornate.
V – La sveglia era sempre impostata non più tardi delle 8.30. In base alle partite che dovevo fare mi gestivo gli allenamenti. Nei momenti liberi ho cercato il più possibile di andare a vedere le partite dei miei amici. Verso le 8 si cenava e si passava la serata in giro per il villaggio oppure nelle camere a parlare.
L – Poichè la corsa campestre si è svolta solo in due giorni, le altre volte mi svegliavo alle otto e poi andavo a vedere le partite dei miei amici, poi la sera facevamo allenamento.
G – Tutte le mattine ci si svegliava verso le sette/otto per iniziare la giornata. La colazione era troppo presto per me, perciò la saltavo sempre. Ho passato la maggior parte del mio tempo a fare il tifo per beach volley e altri sport, oppure stando insieme ai miei amici. La sera, invece, cenavamo presto e poi tutti in stanza da altri a divertirci.
B – Le nostre giornate erano molto piene: sveglia presto per la colazione e durante tutto l’arco della giornata si tenevano le varie gare; anche se avevamo dei momenti liberi tra una partita e l’altra andavamo comunque a vedere le gare degli altri compagni o di altri convitti.
F – In breve: colazione, partite o tifo per i tuoi compagni, pranzo, partite o tifo, cena e poi la sera si girava per il villaggio.
7. Se doveste ripetere quest’edizione, cosa vorreste cambiare e cosa rifareste immediatamente?
F – Correggerei alcuni errori e rifarei molte delle scelte “rischiose” in partita.
G – Se la dovessi ripetere penso che non cambierei nulla perchè è stato divertentissimo!
B – Sicuramente ripeterei quest’esperienza, ma qualcosa cambierei: migliorerei, per esempio, l’organizzazione dei tornei di tennis a causa dell’assenza degli arbitri e altri problemi avuti durante le qualificazioni, ma riguardo al resto tutto è andato per il meglio.
L – Cambiare? Assolutamente nulla. Rifarei mille volte il bagno in mare!
8. La decima edizione ha portato alla luce il terzo anno di tennis. Virginia, Bruno, raccontateci la storia di questo sport alle Convittiadi.
B – Questo è il terzo anno delle Convittiadi nel quale è presente la disciplina del tennis. Purtroppo alla prima non ho potuto partecipare a causa dell’esame di terza media, ma in entrambe le altre sono stato presente. Sono molto contento che abbiano aggiunto ai vari sport anche quello del tennis. Per il nostro Convitto la seconda edizione di tennis, quella dell’anno scorso, è stata molto importante, perchè siamo riusciti a conquistare l’oro in tutte le discipline: singolo e doppio sia maschile che femminile. Ma anche quest’anno il tennis ha portato dei buoni risultati con due argenti e due bronzi.
V – In seconda media mi era stato detto che avevano introdotto negli sport delle Convittiadi anche il tennis. Avevo paura di partecipare perché sapevo che non si trattava di un torneo facile. Ho iniziato ad aumentare il numero dei miei allenamenti, ma ogni giorno che passava avevo la sensazione di giocare peggio. Quando sono arrivata terza nel singolo quasi non potevo crederci.
9. Come vi siete sentiti a salire su quel podio e ad alzare le coppe e medaglie vinte?
G – Sinceramente prima di salire ero in imbarazzo e un po’ in ansia, peró poi lì sopra la felicitá ha preso il posto su tutto il resto.
V – È una soddisfazione immensa. Una volta sul podio ho capito che tutti gli sforzi fatti non solo durante questa settimana ma anche prima, sono serviti a regalarmi un’esperienza indimenticabile.
B – Sicuramente salire sul podio alla premiazione finale è stata un’esperienza unica e sono molto felice di averlo potuto fare più volte in entrambe le edizioni a cui ho partecipato.
L – Mi sono sentita orgogliosa di chi sono e quale Convitto rappresento, perchè se c’è una cosa che è unica è l’emozione che si prova nel vedere una marea di pulcini gialli che fa il
tifo per te quando sali sul podio. Non si può descrivere a parole!
F – Ho provato un’emozione unica e molto gratificante.
10. Volete dire qualcosa ai vostri accompagnatori e amici che vi hanno sostenuto durante il viaggio?
V – Una delle cose migliori delle Convittiadi è avere amici o professori che ti stimolano a dare i meglio, che ti danno consigli e che fanno il tifo per te. Ed è soprattutto grazie a loro se tutto questo è possibile.
B – Oltre che nostro, il merito è stato sicuramente anche degli educatori ed accompagnatori che non ci hanno fatto mancare niente e ci hanno sostenuto in qualsiasi tipo di gara a cui dovevamo prendere parte; per questo li ringrazio particolarmente.
F – Un grazie enorme a tutti quanti, soprattutto alla professoressa Gariel, che è stata la mia allenatrice.
L – Vorrei ringraziare tutti gli accompagnatori per aver reso possibile quest’esperienza, inoltre un grande grazie a tutti coloro che mi hanno motivata mentre correvo.
G – Ringrazio tutti coloro che sono venuti a vedere le gare di nuoto e hanno fatto il tifo migliore del mondo. Grazie a tutti!
Quest’anno vorremmo fare delle domande anche agli accompagnatori; tra questi la professoressa Gariel e l’educatore Lanza.
1. Le vostre giornate erano rilassanti come una vacanza, oppure correvate da un campo all’altro per controllare che tutto funzionasse bene?
G – Giravamo come trottole da un campo di gara all’altro. Tutte le sere ci incontravamo per dividerci i compiti in modo da non lasciare mai i ragazzi soli.
L – Direi non proprio una vacanza. Il calendario era fitto di impegni, soprattutto nella prima fase. Ogni giorno si faceva un briefing per stabilire quale gruppo dovessimo accompagnare con i referti per gli arbitri e i documenti. Finita l’attività si raggiungevano gli altri allievi che stavano ancora gareggiando per andare a tifare.
2. Come si sono comportati i ragazzi durante la settimana?
L – Durante la settimana si sono comportati egregiamente, dimostrando anche un senso di responsabilità. Per esempio hanno trovato un portafoglio con dei soldi di un allievo di Roma, che è stato subito restituito.
G – I ragazzi si sono comportati bene e con educazione.
3. Prima delle partite, come li preparavate emotivamente ad affrontare lo stress?
G – Cercavamo di caricarli, ma non dar loro troppa responsabilità. Anche se sbagliavano li incoraggiavamo. Spero di esserci riuscita. E così anche i miei colleghi.
L – Il giorno prima di ogni gara davamo loro consigli sulla sveglia e sul tipo di alimentazione prima delle partite. Naturalmente cercavamo di sdrammatizzare tutte le partite, cercando di dare sicurezza nei loro mezzi, avendoli conosciuti e preparati.
4. Qual è il ricordo più bello che vi portate di quest’edizione?
L – Per quanto mi riguarda, la felicità negli occhi di tutti i partecipanti e la voglia di ripetere l’esperienza l’anno successivo, ma soprattutto quella dei ragazzi delle medie dopo aver vinto la finale di calcio a 5, contro Cagliari, la “rivale sportiva” da sempre.
G – L’ingresso nel palazzetto con tutti i ragazzi seduti divisi per i vari Convitti. Meravigliosa macchia di colore. Noi spiccavamo col nostro giallo!
5. Tra i giovani atleti ognuno ha sempre la propria meta che spera di raggiungere a fine settimana: con quali propositi siete invece partiti voi?
G – Col proposito di far fare loro un’esperienza più unica che rara (nella speranza che rimanga nel cuore tutta la vita e nella testa 12 ore).
L – Lo scopo principale era quello di creare un senso di appartenenza al proprio Istituto e nello stesso tempo un rapporto di socializzazione tra gli altri Convitti ed Educandati di tutt’Italia, pienamente riuscito anche con lo scambio delle felpe.
6. Vedere i ragazzi orgogliosi e con la medaglia al collo è sempre una forte emozione per tutti; cosa provate ogni volta che uno di loro mette piede sul podio?
L – Sicuramente è stata una forte emozione, sia per noi accompagnatori-preparatori, che per gli allievi, in quanto è il raggiungimento degli obiettivi dopo lo sforzo comune di un intero anno scolastico.
G – Orgoglio e tenerezza!
Grazie a tutti per la vostra disponibilità; è sempre un piacere fare due chiacchiere con gli atleti che anno dopo anno portano alto il nome dell’Umberto I. A presto!
Claudia Brizzi (4E)