Nebbia scivola lenta dai monti. Un manto dolce e ineluttabile che inonda la foresta.
Piccole briciole d’odore denso saltellano pigre da un albero all’altro, è un profumo che sa di antico.
Mentre le mie dita accarezzano il ruvido muschio, un po’ umido e un po’ terroso, schioccano e scricchiolano le anime della selva. La comunione con la natura avviene d’improvviso, paure e pensieri forgiano un gladio alla difesa del silenzio. Non c’è bisogno di nessuno, non serve nulla: finalmente posso esplorare me stesso, scrutarmi di dentro e di fuori al contempo. S’alza un vento lieve e rabbrividisco, lento si muove ma impetuoso frange a morsi la carne.
Tutto è inutile, tutto mi serve terribilmente ma non ne sento il bisogno, voglio un’altra cosa, la voglio assolutamente, ne va della mia esistenza, una forza mostruosa mi attrae verso di lei, con un impeto primordiale senza requie, che mi sferza e mi strattona: voglio il nulla.
Jan Berger (5B)