Così su due piedi

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JobChe trovare un lavoro sia un’impresa è ben noto ai ragazzi compresi nel 40% statistico di disoccupati.

Ma questo accadrà. Non si sa dove, non si sa come, la tua scuola troverà un’azienda che ti permetta di fare 200 ore di stage formativo negli ultimi tre anni delle superiori. Ovviamente non retribuito. Ovviamente anche fuori dall’orario scolastico. Dicono che ci sia tempo e luogo per ogni cosa, ma gli studenti non vedono né l’uno né l’altro.

Tra due anni, l’Umberto I conterà 16 classi di triennio(6 per del  Classico Europeo, 10 dello Scientifico Internazionale) partecipanti al progetto Alternanza Scuola-Lavoro. Considerando che ciascuna classe conta almeno 20 alunni, si può facilmnete prevedere che sarà necessario trovare quasi 70 ore di stage ogni anno per 300 persone .

Ora, consideriamo che l’Umberto I è solo uno tra i tanti licei e che non è tra i più grandi. E chiediamoci: come possono le istituzioni scolastiche trovare aziende disposte ad ‘assumere’ per sole 70 ore annue oltre 25000 studenti solo nella provincia di Torino?

Anche ci riuscissero, riamane però da chiedersi: perché dovrebbero? Immaginiamo il dirigente di una casa editrice, per esempio, di fronte a uno squadrone di classicisti impacciati. Come renderli produttivi senza competenze specifiche? Allora via, tutti a far fotocopie e riordinare gli schedari. Solo per i migliori, il grande privilegio: rilegare manoscritti.

Gli studenti finirebbero per creare più problemi di quelli che risolverebbero e, quasi sicuramente, non imparerebbero nulla di realmente spendibile successivamente in campo lavorativo.

Questo accadrà perché l’alternanza scuola-lavoro è nata e pensata per gli istituti tecnici, dove gli studenti acquisiscono competenze pratiche e specifiche sin dal primo anno. Competenze spendibili immediatamente dopo la fine del percorso scolastico. Solitamente invece, chi si iscrive al liceo pensa di andare all’università dopo i cinque anni di studio. Perché questo tipo di studenti non ha nulla in mano che non sia un pezzo di carta. Livello C1 di inglese? Bene, ma che altro puoi fare per noi?

Il fatto che gli studenti dei licei non abbiano competenze specifiche per l’alternanza, tuttavia, è solo il primo dei problemi.

Il secondo, particolarmente sentito dai ragazzi dell’Umberto I, riguarda il momento in cui l’attività dovrebbe essere svolta. Rimanendo a scuola più ore del normale e avendo un carico di lavoro decisamente più pesante, visto il numero di materie, non rimarrebbe  il tempo materiale per svolgere l’attività lavorativa obbligatoria in settimana. Questo porta ad affermare che gli studenti dovrebbero lavorare durante l’estate, sempre a titolo gratuito. Perché dovrebbero?

Perché questo è quello che la nuova riforma della scuola impone.

Un  solo suggerimento: se per la prossima riforma qualcuno interpellasse anche gli studenti prima di procedere con innovazioni sorprendenti, tutti vivremmo felici e contenti.

Valentina Porta (4B)

 

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