“Mio padre non mi parlava molto… L’unico buon consiglio che mi ha dato è stato di entrare in marina finita la scuola… L’ho deluso… Però ho suonato su una nave da crociera …” sottovoce: “Come Berlusconi!!”
Applausi di apprezzamento non accompagnano solamente questa “confessione” autobiografica, ma tutte le introduzioni (rigorosamente in italiano) ai vari brani.
“Symphonicity” (in omaggio all’album dei Police “Synchronicity”) si chiama il disco e il progetto che lo vede impegnato in spettacoli per tutta l’America e l’Europa ed è in sostanza la rilettura in chiave sinfonica dei suoi pezzi migliori. Accompagnato dalla Royal Philarmonic Orchestra di Londra diretta da Steven Mercurio, Gordon Summer, in arte Sting, stupisce ancora una volta il pubblico eseguendo “Englishman in New York”, “Every breath you take”, “Every little thing she does is magic”, “Fields of gold”, “Roxanne” accompagnato dalla meravigliosa corista Jo Lawry tutta grinta e appeal.
Il risultato è una serata coinvolgente, ricca di emozioni, un giusto equilibrio tra classico e rock.
Sting non suda più, forse perchè non ne ha più voglia, forse perchè a un passo dalla pensione gli arrangiamenti rock gli sembrano ridicoli o forse perchè si è semplicemente stufato; è misurato, pacato, raffinato (è pur sempre il più elegante modello che Armani abbia mai avuto) ma sa far comunque partecipare tutto il Palaisozaki che balla, canta e applaude . Il culmine della serata si tocca quando durante l’esecuzione del brano “Desert Rose” il cantante accenna alcuni passi di danza del ventre. Nonostante la sua età, credo che tutto il genere femminile presente abbia apprezzato questo slancio istintivo. Pantaloni neri attillati leggermente a zampa di elefante, camicia rosso granata aperta fino a metà petto, giacca nera… Sting ci stupisce ancora per la sua “forma”.
Gli arrangiamenti curati da tre ottimi professionisti, compreso lo stesso Mercurio, non tolgono, bensì aggiungono fascino alle canzoni e, nonostante la contaminazione dei generi, non stravolgono il ritmo. Sono eccezionali poi i musicisti che, nonostante gli slanci ritmici rockettari, riescono a mantenere movimenti classici e a non lasciarsi trasportare dalla musica.
Bianca Viano (4B)