Dalla chiusura degli occhi in poi…

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R. Magritte, La condizione umana

Durante il giorno le ore sono sempre occupate da cose da fare, da cose che dobbiamo fare. Durante la notte le ore vengono riempite dai sogni, da cose che vorremo fare. Di giorno esiste la realtà. Di notte esiste l’immaginazione della propria realtà. Quando, in un momento che dura non più di mezzo secondo, chiudo gli occhi per passare da una vita ad un’altra, si aprono le porte della mia fantasia e inizio a sognare. Le mie “due vite” non entrano in comunicazione molto volentieri,credo che siano un po’ in competizione tra loro, ognuna vuole far bella figura col Tempo per cercare di conquistare più ore possibili. E’ da un po’ di anni, però, che la vita diurna sta avendo la meglio. Se fossi io a poter scegliere, farei prevalere i momenti che partono da quando ho la testa poggiata sul cuscino in poi, ma, fino ad ora, nessuno mi ha mai chiesto niente. E’ proprio in quelle ore, infatti, che si concentra il divertimento della follia. Appena le palpebre rendono nera la mia prima vita, i miei pensieri volano da un continente all’altro, dal mare al deserto, dalla città alla campagna, navigando attraverso boschi di inquietudine e di tempeste. Le mie idee iniziano a camminare sugli anni della storia e le mie curiosità trovano rifugio in grotte deserte. Sogno città, paesi, luoghi. Alcune volte mi limito a stare nei confini dei cinque continenti disegnati sul mappamondo appeso al muro della mia prima vita, mentre altre volte la mia immaginazione si stufa della razionalità, e inizia a disegnare nuovi luoghi, nuovi stati, nuovi mari da poter esplorare. Quando mi sveglio e ritorno alla mia solita realtà, non sempre mi ricordo le avventure della notte passata, ma nelle poche che ricordo vedo che succede una cosa un po’ strana. Noto con curiosità che nei miei sogni non appaiono mai esseri umani. Dall’immaginazione cancelliamo tutto quello che non vogliamo vedere.

Maria Basso (3F)

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