“Dopo aver ricoperto per dieci anni il ruolo di sindaco di una città come Torino, ho acquisito un’esperienza che ora posso continuare a mettere a disposizione, penso”. Con queste parole Sergio Chiamparino ha risposto ai redattori dell’ UmberTimes che gli hanno chiesto che cosa farà l’anno prossimo, quando scadrà il suo mandato elettorale. E in queste parole è racchiuso il significato dell’esperienza di un uomo che si occupa di politica dall’adolescenza, che è stato segretario del PDS torinese e piemontese, deputato e sindaco. Sono parole che ognuno di noi dovrebbe meditare, quando riveste un ruolo pubblico – anche il nostro mestiere di insegnanti ci porta a farlo.
Ripensando agli occhi attenti di Chiamparino mentre ascoltava il Rettore e la professoressa Coccolo che gli illustravano l’offerta formativa della nostra scuola, e ascoltando la risposta alla domanda sul suo futuro, mi sono venute in mente le parole che Niccolò Machiavelli scrisse nella famosa lettera a Francesco Vettori e nella dedica del “Principe” al duca Lorenzo de’ Medici: “e doverrebbe ciascheduno haver caro servirsi di uno che alle spese di altri fussi pieno di esperienza” scriveva all’amico, e al duca offriva “la cognizione delle azioni delli uomini grandi imparata da me con una lunga esperienza delle cose moderne e una continua lezione delle antique”.
Sergio Chiamparino ci indica, dunque, una via – quella di mettere a disposizione della collettività le proprie conoscenze e le proprie capacità – percorsa già da molti lungo i secoli, e lo fa con una levità e una modestia che rendono ancora più preziosa la propria disponibilità, perché la statura di un individuo si misura anche dal suo atteggiamento. Non usa infatti i toni trionfalistici di chi crede di essere indispensabile e agisce spinto da desiderio di protagonismo o da interesse personale, bensì le tonalità sfumate di chi si mette a servizio del bene comune.
In questo momento cruciale per la scuola italiana, in cui viene spacciata per ‘epocale’ una riforma che non propone idee nuove ma che mira solo a ridimensionare l’esistente, all’interno del sistema scolastico c’è bisogno di persone che mettano a disposizione l’esperienza acquisita, la passione, la creatività e che si facciano sentire ai ‘piani alti’, per rendere davvero moderna la scuola, in una società che si sta sviluppando velocemente e a dismisura, nel tempo e nello spazio.
Linda Soglia