Dall’idea del nemico all’educazione alla pace

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Per poter fare del male a un essere umano bisogna farne un nemico, cioè deumanizzarlo. Ci sono dei metodi per deumanizzare, cioè rendere non umano qualcuno. Uno di questi è il pregiudizio, ossia una convinzione, spesso sbagliata, che si ha di qualcuno prima ancora di essere entrati in contatto con lui.

Un chiaro esempio di pregiudizio lo si ha nella seconda guerra mondiale, quando Hitler induce tutti i tedeschi a pensare che gli ebrei siano la causa della sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, che rubino posti di lavoro, …

Un altro esempio è quello tra il nord e il sud Italia. Il fenomeno delle migrazioni interne italiane ha il suo culmine tra il 1960 e il 1970. Molti abitanti del sud si spostarono al nord in cerca di posti di lavoro nelle fabbriche. Al loro arrivo vennero trattati malissimo, dipinti come gente sporca e rozza e soprannominati “terroni”. 

Oggi si hanno molti pregiudizi verso le persone dell’est Europa, verso gli Africani e verso gli Arabi. In Italia vengono spesso definiti ladri, assassini, stupratori, …

I mezzi di comunicazione sono usati sovente per aumentare i pregiudizi e l’odio verso il nemico.

Spesso al telegiornale si sentono notizie del tipo: << Marocchini stuprano sedicenne a Roma >> o << Lite tra ragazzi, arrestati due Rumeni >>. Molto raramente si sentono notizie positive riguardanti, per esempio, i Rumeni o i Marocchini. Il messaggio che recepisce la gente su queste persone è, quindi, estremamente negativo. I mezzi di comunicazione di massa sono un mezzo molto potente.

Quindi constatiamo che ancora oggi, nella nostra società moderna e avanzata, si cerca di deumanizzare.

Ci sono, però, anche dei metodi per rimediare alla deumanizzazione.

La maniera più efficacie è senza dubbio quella del dialogo faccia a faccia con il nemico. Questo scambio genera empatia perchè anche nell’altro si riconosce un essere umano e non un mostro.

Un esempio lo si ha nella prima guerra mondiale. I soldati spesso fraternizzano con i soldati delle trincee nemiche.

Oggi se si cerca di conoscere meglio uno straniero spesso si diventa amici e si superano tutti i pregiudizi e le barriere che si erano create.

Una cultura di educazione alla pace deve favorire tutte le occasioni concrete di comunicazione e scambio con gli altri popoli perchè funzionano per riconoscere l’altro come un essere umano uguale a sé. Crediamo che per andare verso un mondo migliore sia fondamentale creare una forte cultura di educazione alla pace.

 

Umberto Prencipe (1C)

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