Nel lontano 1792 in Inghilterra lo psicologo William Tuke incitò i pazienti malati ad interagire e a prendersi cura di piccoli animali. Ciò favorì autocontrollo nel paziente e scambio affettivo. Dopo qualche anno, in seguito a vari esperimenti sui bambini malati di mente, negli anni ’80 la pet therapy prese piede anche in Italia. La pet therapy sfrutta le capacità rasserenanti e rassicuranti di alcuni animali domestici nelle cure psichiatriche. In questa terapia gli animali aiutano i bambini tranquillizzandoli grazie ai loro sguardi e il loro affetto facendoli sentire come in una famiglia: infatti i malati quando si relazionano con un essere vivente lo sentono uguale a loro stessi. Trovo che l’animale sia fantastico perché non ha né pregiudizi né si rifiuta di socializzare coi pazienti, bensì li fa sorridere, li rende più sicuri in sé stessi e li aiuta con la socializzazione; grazie alla compagnia dell’animale calano tutte le ansie e le paure. L’uomo insieme a esso riesce ad esprimersi pienamente, mentre nel contatto con l’essere umano la comunicazione si riduce alla forma verbale. Se ci pensiamo, i nostri animali domestici hanno lo stesso effetto con noi. Coloro che si legano particolarmente al loro “amico a quattro zampe” tendono a dargli molta fiducia. Per esempio, quando qualcuno si sente triste va dal suo animale domestico per trovare tranquillità e per rilassarsi. Un animale trasmette un senso di quiete che porta a distogliere l’attenzione dalle mille preoccupazioni della giornata. Basta chiedere alle madri, che con le lacrime agli occhi dicono: “grazie al cane posso vedere mio figlio sorridere dopo tanto tempo che sembrava rassegnato alla sua disabilità, al fatto che vicino al suo nuovo ‘amico’ vedo nei suoi occhi la tranquillità e la serenità che con i dottori non avevo mai visto”. É proprio vero che “L’animale porta il suo mondo al paziente”. Molte altre persone, invece, ammettono che la pet therapy sia un buon modo per aiutare i bambini, ma la considerano una forma di sfruttamento dell’animale e si oppongono all’apertura di centri di addestramento per animali da pet therapy. A parer loro, infatti questi non sarebbero altro che “centri di addestramento alla sopportazione” e dannosi per l’animale. Chi vive in campagna può testimoniare quanto sia importante e benefico il rapporto con un animale, ci permette di essere noi stessi in ogni occasione perché non ha parole per giudicare e sa rendere felici. Per questo motivo qualsiasi animale docile può aiutare un bambino disabile, facendolo sorridere anche nei momenti più difficili e soprattutto dandogli molto più affetto di quello che potrebbe dar una persona…
Maria Sole del Ponte