Cosa vuol dire “vita dignitosa”? Arrivare senza problemi a fine mese, avere un aspetto presentabile, essere considerato dai nostri conoscenti una brava persona?
La Costituzione italiana recita all’art. 36: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”.
Quindi a quella dignità che scaturisce dal lavoro e che dà modo di condurre una vita degna, ci pensa addirittura la Costituzione. Che poi questa tutela espressa dalla nostra Carta non sempre si traduca in fatti concreti a favore dei cittadini, abbiamo avuto modo di vederlo ogni giorno in questi ultimi anni, e ancor di più in tempi recentissimi. La cronaca riporta quotidianamente dati preoccupanti sulla disoccupazione, in particolare per quanto riguarda le nuove generazioni, storie terribili di suicidi da parte di chi non sapeva più come far fronte agli impegni di pagamento, o come procurare ai figli qualcosa da mangiare. Allora ce la prendiamo, a ragione, con i nostri governanti, cioè coloro che dovrebbero mettere in atto leggi capaci di tradurre le tutele costituzionali in azioni concrete. Dal quadro desolante della politica che emerge ogni giorno attraverso i media, si può dedurre che questa prospettiva difficilmente verrà realizzata in tempi brevi. Allora per i giovani non ci sono molte speranze di vita dignitosa? Forse una parte di noi avrà il posto garantito al Catasto, altri nello studio paterno, altri ancora troveranno un’occupazione all’estero … Auguriamoci che la possibilità di lavoro non debba essere privilegio dei più fortunati, e basta.
Per quanto riguarda la dignità dalla persona, che dire? Pensando a qualcuno dignitoso nell’aspetto, viene in mente un anziano signore con il cappotto blu e il cappello di feltro, oppure una signora inguantata che si reca alla Messa. Ma la dignità non riguarda solo l’aspetto esteriore o le possibilità economiche: è una condizione dell’anima. È potersi guardare allo specchio con fierezza, forse nemmeno compiacendosi del proprio aspetto fisico, che di solito è imperfetto, ma con la consapevolezza di avere rispetto di sé e degli altri. Giorno per giorno. Per poter dire che anche oggi ci alziamo perché la vita è degna in se stessa di essere vissuta, in quanto l’individuo è partecipe di una comunità umana, che non dovrebbe conoscere discriminazione alcuna. Sta a ciascuno di noi, nel suo piccolo, in base a quanto recepisce nell’ambiente in cui vive, scuola, lavoro, famiglia, tradurre questi principi in atti concreti, visibili a tutti.
La dignità è un valore, deve esserlo assolutamente anche per i giovani, ai quali può suonare, superficialmente, come un sinonimo di antiquato moralismo, un termine passato di moda che riguarda forse altre storie, ma di certo non la nostra.
Emma Bruno (4B)