Tutti i giorni nel mondo sono uccise delle donne a causa dell’umano orgoglio e della presunta supremazia degli uomini.
I motivi sono quasi sempre futili e le violenze fisiche spesso si accompagnano a quelle psicologiche: le vittime vengono costrette a provocarsi ferite o ustioni e spesso queste torture sono giustificate da banali incidenti in cucina o fatalità nel corso di attività domestiche.
Il numero di questi omicidi sta crescendo esponenzialmente, non solo nei paesi del terzo mondo, ma anche in occidente.
Si stima che il numero delle donne sottoposte a questo tipo di barbarie siano circa 8.539 l’ anno.
I giornalisti riportano notizie spaventose che ci toccano profondamente ed a cui crediamo con difficoltà: non si è mai abituati ad accettare che l’odio degli uomini può distruggere vite innocenti, non si riesce a concepirlo facilmente.
Gli esempi che si possono leggere sugli editoriali sono molteplici e raccapriccianti: una ragazza in Pakistan è stata uccisa da suo padre perché nella rubrica del suo cellulare era stato scoperto il numero di un ragazzo della sua età estraneo alla famiglia; una bambina è stata strangolata a causa della sua protesta nei confronti di un matrimonio combinato.
Gli esempi sono interminabili ed anche solamente leggendo e immaginando ciò che accade le lacrime pungono gli occhi e cercano di scivolare sulle guance.
Ciò che colpisce di più è che gli assassini vengono raramente condannati e puniti per i loro crimini. La giustizia li favorisce rimanendo impassibile davanti ai racconti raccapriccianti dei pochi testimoni che denunciano i fatti. La polizia a volte non arresta neanche chi viene colto in flagranza di reato a cui viene solamente appioppata una multa per disturbo della quiete pubblica. Una cosa che fa stringere i denti e tremare il cuore: il colpevole esce illeso dal delitto pagando una cifra irrisoria e ritorna ad essere il cittadino modello che si può incontrare lungo la strada o in qualunque luogo pubblico.
Quando ci si pensa si sta male perché si prova terrore al pensiero che qualunque persona sconosciuta, che si incontra per caso, possa pensare di lavare il proprio “onore” macchiandosi di un delitto e senza rendersi conto che si sta soltanto condannando a sensi di colpa e ai giudizi implacabili degli altri.
Questi sanguinosi episodi sono al di sopra di ogni origine e tradizione: sono il riflesso di una mente confusa e persa in concetti sbagliati le cui convinzioni sono ostinate e difficili da cambiare.
Beatrice Cagliero (1B)