Deutschland ist anders

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La domanda che mi fanno più spesso è “lì come va?”, e nel 99% dei casi non riesco a tirare fuori una spiegazione coerente.
È fantastico, è diverso, è incredibile, è complicato, non è come me l’ero immaginato.
Sì, ci sono un mucchio di cose difficili, ma troverete stranamente semplice non perdere il controllo quando l’unica persona su cui potete contare siete voi stessi.
In cima alla lista delle cose che vi faranno prudere le mani c’è l’argomento cucina. Noi italiani siamo probabilmente viziati al riguardo e ci sta, ma preparatevi ad uno shock in ogni caso. Io ero già stata in Germania e avevo più o meno un’idea di come si mangia lì, ma non riesco ancora a guardare l’Abendbrot (la tipica cena fredda a base di pane e salumi, una cosa molto tedesca) senza storcere il naso alcune sere in cui vorrei solo un piatto di pasta caldo e un cappuccino.
Poi vi sentirete costantemente osservati. Nel 95% dei casi gli studenti d’intercambio finiscono in paesini non molto grandi quindi ovviamente tutto il vicinato allungherà il collo sopra le siepi del proprio giardino per sbirciare com’è il “nuovo arrivato”. (E non è un modo di dire, a me è successo!)
A scuola, indipendentemente da quante persone ci siano, sarete comunque una novità, perciò preparatevi. Vi faranno un sacco di domande (la maggior parte stupide) e vi fisseranno nei corridoi. Tranquilli, però, dopo un po’ smettono.
All’inizio non avere amici sarà orribile, nei dépliant delle organizzazioni dicono che l’ambiente è accogliente e che legherete subito con qualcuno, ma a meno che non siate molto fortunati, non succederà. Cioè sì, ci sarà la persona caritatevole che vi aiuterà a trovare la classe giusta, che magari vi dirà di sedervi al suo tavolo a pranzo, ma il punto è che siete voi quelli nuovi che entrano in un ambiente già formato dove gli altri hanno il loro gruppo di amici. Perciò ci vuole un po’ di pazienza e forza di volontà, ed è strano all’inizio perché bene o male nella nostra città abbiamo qualcuno che ci vuole bene anche nei momenti più brutti.

Per farla breve: se potete, partite. Non perché sarà tutto perfetto ogni giorno, non perché non vi mancherà mai casa, non perché avrete da subito un mucchio di amici e in famiglia sarà tutto facile, non perché starete simpatici a tutti. Ma perchè quando dopo due mesi riuscirete a capire quasi sempre quello che vi stanno dicendo, quando un pomeriggio dopo la scuola un compagno di classe vi inviterà ad uscire coi suoi amici, quando non avrete più bisogno di vostro fratello/sorella per capire i compiti da fare, quando vi verrà automatico rispondere nella nuova lingua che state imparando, quando sarà naturale chiamare le persone che avete conosciuto “amici”… in quel momento sentirete che ne vale veramente la pena, e sarete orgogliosi di voi stessi perché ricominciare da zero non significa solo stare lontani dalla propria famiglia e dalla propria città per dieci mesi, ma anche vincere una sfida ogni giorno contro quelli che vi avevano detto che non ce l’avreste fatta.

 

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