Mercoledì 9 marzo. Ore 8.50. Aula meeting. Antonino Salemi e la regista del suo “Studio Gaga” incontrano i ragazzi: conferenza sulla moda e gli stilisti.
Il dibattito inizia con l’esposizione del concetto di moda come arte, non come un campo lavorativo dominato dalla speculazione e dal lucro, anche se ormai sono pochi a non pensarla e vederla così. Gli stilisti dello Studio Gaga, quattro ragazzi che lavorano nella sede di Corso Casale a Torino, stanno preparando una collezione di pret-a-porter sulla scia di Gareth Pugh e Alexander Macqueen, due dei primi artisti che hanno elevato le sfilate a performance, che hanno quindi collocato le loro creazioni in uno spazio ed in un tempo in cui tutto può succedere e tutto è lecito. Siamo davanti a due colossi della moda mondiale, due artisti e non due semplici stilisti. Lo stilista è colui che viene pagato per i suoi abiti, l’artista è colui che riversa il suo stato d’animo nella moda, che sente il bisogno di esprimersi con questa forma d’arte senza però nessuno scopo di lucro di fondo. Il progetto degli stilisti torinesi è quello di raccontare, attraverso i loro vestiti, tre stati dell’animo umano: l’abbondanza, il collasso e la sostanza, la più importante e la più ampia delle tre. Seguendo il loro “maestro-modello” Matteo Thiela, uno dei pochi artisti che lavora ancora su base concettuale, cercando di far emergere dalle sue creazioni la storia che c’è dietro i sentimenti che lo hanno spinto a creare quel capo, vogliono manifestare tutto il loro disappunto e la loro amarezza nei confronti di un sistema della moda malato, intaccato dai soldi, dalla speculazione. Vorrebbero cambiare l’immagine dell’importante città di Milano, ritenuta da tutti centro della moda italiana ma ormai rovinato da troppe speculazioni che non rispecchiano gli impeti iniziali e gli animi degli artisti. Nessuno sembra lamentarsi di questa situazione, anzi nessuno sembra neanche accorgersene, forse perché l’occhio italiano è abituato da troppo tempo a vedere ciò che sembra moda, ma in realtà non lo è. La moda, ci ricordano con forza, non è marketing o lucro, la moda è espressione, animo, poesia.
Martina Calvetti (4B)