In quanto Capitale Europea dei Giovani, è toccato a Torino quest’anno ospitare il 17° Convengo interregionale della Stampa Studentesca, tenutosi nel febbraio scorso ad Alessandria. Anche l’UmberTimes ha voluto ovviamente partecipare, così sette redattori più un coordinatore si sono trovati davanti al Politecnico sabato 06/03 mattina assieme a centinaia di altri studenti per sfruttare una delle occasioni più importanti di confronto, scambio e dialogo. La sede universitaria ci ha offerto l’Aula Magna per la conferenza iniziale, durante la quale sono intervenuti il Rettore del Politecnico Francesco Profumo, il Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, l’Assessore alla Cultura Gianni Oliva, il Presidente dell’associazione ACMOS, Davide Mattiello e a sorpresa Piero Chiambretti. La mattinata si è svolta fra presentazioni, ringraziamenti e l’esposizione di alcuni progetti portati avanti da licei, istituti tecnici ma anche scuole medie ed università, più alcune parole spese sulla nuova Pyou Card, una tessera gratuita che permette ai giovani di ottenere sconti in diversi campi (per chi ne vuole sapere di più basta collegarsi al sito della Regione Piemonte). Si è parlato di informazione, di formazione, di occasioni e responsabilità, ma chi ha avuto modo di respirare l’atmosfera del convegno del 2009, ha notato che qualcosa è cambiato rispetto all’anno precedente. Dove sono finiti i veri protagonisti, dov’è la Stampa Studentesca? La maggior parte dei ragazzi, venuti per far viaggiare le proprie idee, è stata lasciata su una sedia ad ascoltare per ore discorsi più o meno pertinenti, che spaziavano dalla formazione giornalistica alle promozioni della regione Piemonte per i giovani. Il “Baratto delle Idee”, spazio in cui le redazioni avrebbero potuto scambiarsi opinioni e mostrare il proprio lavoro ai colleghi di altre città è durato poco, frazionato in turni per poter pranzare nella mensa dell’università senza creare affollamenti. Le commissioni stesse, durante le quali i ragazzi avrebbero dovuto discutere i temi della conferenza sono durati ancora meno e i prodotti delle sedute, che l’anno scorso avevano formato un documento indirizzato al ministro Gelmini, non sono stati nemmeno letti in pubblico nell’assemblea plenaria. Insomma, una bella occasione per visitare in Politecnico indubbiamente, ma non sufficientemente sfruttata da chi, in teoria, era venuto fino a Torino apposta per parlare. Paradossale spartizione del tempo: quattro ore a sentir sproloquiare riguardo il dialogo, la crescita e la libertà di parola, senza poterne proferire mezza; quattro ore a vedere progetti altrui, senza poter né commentare, né proporre; tre ore scarse per trattare temi che sconvolgono la società moderna, mostrare la storia del proprio giornale (del proprio mezzo di espressione) e pranzare, il tutto per poi risedersi in un enorme salone e tornare ad ascoltare. Vien da chiedersi se sia mai passato per la testa anche agli illustri personaggi con in mano il microfono l’idea di ascoltare le generazioni che tanto elogiano.
Nonostante i tempi ristretti, due parole con i ragazzi di altre scuole sono state scambiate: le pagine a colori hanno avuto un gran successo, anche se hanno suscitato soprattutto domande sui finanziamenti; nuove idee sono state prese da rubriche varie, dalle più serie alle più esilaranti; nuove esperienze sono venute a galla, parlando con chi sta lottando con tutte le sue forze per far sopravvivere la propria testata.
Quando si ha voglia di parlare e di ascoltare, insomma, un po’ di tempo lo si trova sempre; per questo, mi auguro che al prossimo appuntamento (Asti 2011) ci si ricordi che il convegno è dei protagonisti, non degli esperti “invitati”.
Eugenia Beccalli (3F)