Diario di bordo

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Gennaio 2009 – La 3C  in viaggio d’istruzione a Firenze … per tre giorni.

Documento esclusivo. Pubblichiamo alcune pagine del diario di un’allieva “in gita.

 

16/01/09

h 9,30 – Sono in  treno. Siamo partiti alle sette e un quarto da Porta Nuova. Purtroppo i posti con le ragazze erano già occupati, così sono seduta con Euge, Nico e Bencha.  Abbiamo giocato a carte, ma io e Ben abbiamo sempre perso, finora.

Ora sto seduta, con Fra in braccio, le cuffie dell’i-pod nelle orecchie e sto riflettendo su questo viaggio. Fuori la campagna è innevata, è tutto bianco e la luce accecante mi mette di buon umore; il pensiero di Firenze mi mette di buon umore!

Sono piena di aspettative per i prossimi tre giorni. Quest’anno i rapporti in classe sono molto migliorati e saremo più uniti.

Spero di poter stare il più possibile con qualcuno in particolare,per poterlo conoscere meglio. Tutti cambiano in gita: ho solo il timore di scoprire una persona diversa da quella che credevo di conoscere.

h 23,45 – A prima vista la città mi è parsa caotica; ma quel caotico allegro e pieno di vita! Il sole era caldo, così le giacche sono rimaste in albergo, nella nostra stanzetta (di Anna e mia) al fondo del corridoio, con la porticina bianca e graziosa.

Dopo un pranzo veloce con Sere e Ceci da Spizzico (dove abbiamo sentito per la prima volta la parlata fiorentina, che ci ha subito affascinate!) io e Anna ci siamo dirette verso il Duomo (scelta inutile; ci saremmo tornate poche ore dopo con la guida).  Tornando verso l’albergo abbiamo passeggiato per un simpatico mercatino.

Iniziata la visita guidata, la prima tappa è stata San Lorenzo, che si trova tra i banchetti variopinti del mercato. Subito dopo siamo tornati al Duomo, che è davvero imponente. Purtroppo non riesco a capire per quale geniale calcolo architettonico sia così esageratamente vicino al battistero, che con il suo grigiume, ne copre la splendida facciata.

L’interno mi ha un po’ delusa; non me l’aspettavo così spoglio rispetto all’esterno e l’immensità dell’edificio si percepiva molto meno.  Mi ha affascinato piazza della Signoria, con il bel Palazzo Vecchio, le statue all’aperto (tra cui il Perseo di Cellini!) e la targa circolare  a Savonarola. Mentre ci guardavamo intorno, un cavallo ha attentato al cappuccio della giacca del professore, tentando di divorarlo!

Prima di passare all’ultima tappa della giornata, ci siamo fermati alla casa-museo di Dante, che abbiamo, tuttavia, visto solo dall’esterno.

L’ultima chiesa, quella di Santa  Croce, mi è piaciuta: con le tombe monumentali di Michelangelo, Brunelleschi … Peccato  ci fossero pietre tombali anche sul pavimento. Camminando, cercavo di schivarle. Non so perché, ma mi dava fastidio calpestarle.

Dopo una cena ricca di risate in un ristorante dietro al Duomo, siamo andati tutti insieme in piazza della Signoria. Poi Marghe, Nico, Euge, Irma, Sara ed io siamo andati a fare un giro lì intorno. Io e Marghe siamo state avvicinate da due vecchi ubriaconi, mentre ascoltavamo della musica dal vivo;avvenimento che ci ha fatto ridere come sceme per l’intera serata.

Ora io e Anna stiamo finalmente per andare a letto. E’ stata una giornata lunga e faticosa e il professore ci ha allegramente comunicato che domani sarà peggio. Quindi è proprio ora di dormire. 

 

17/01/09

 h 19,00 – Questa giornata è stata a dir poco interminabile.  Abbiamo visitato il museo del Bargello, i giardini di Boboli, il Ponte Vecchio, Santa Maria Novella, cappella Brancacci e (solo intravisto) l’Ospedale degli Innocenti. Durante la visita agli immensi giardini di Boboli io e Clari ci siamo perse in un labirinto, così abbiamo parlato un po’. Lei è particolare: appare sempre allegra e spensierata davanti a tutti, ma quando si è da soli con lei, si rivela una persona seria e insicura.

A Santa Maria Novella e cappella Brancacci abbiamo potuto ammirare la “Trinità” e la “Cacciata dal Paradiso” di Masaccio e il “Peccato originale” di Masolino.

Sono solo le sette, ma siamo veramente stanchi; Anna sta facendo la doccia, mentre io dovrei asciugare i capelli e andare ad elemosinare un paio di scarpe col tacco da Sere…..Oh, no! Si sono spente tutte le luci, credo ci sia stato un corto circuito.. dovrò andare a chiamare qualcuno!

18/01/09

h 18,30 – Sono nuovamente in viaggio. Già di ritorno. Troppo presto!

Questa mattina abbiamo visitato gli Uffizi, ma, nonostante fosse estremamente interessante, dopo Leonardo e Botticelli la nostra attenzione è lentamente calata.

D’altronde stanotte io ho dormito tre ore e altri ancora meno. Inizialmente siamo stati tutti e ventiquattro in camera di Simo, Fabri, Albi e Gianna (tranne Ceci, che si è addormentata presto) a festeggiare e a truccarci (Berta aveva un occhio viola e uno azzurro; io avevo una mela che pareva un peperone blu sul viso; Euge poteva vantare delle ciglia degne di “Arancia meccanica” e Fabri aveva sviluppato delle ali e una coda rosse).

Quando i vicini si sono lamentati ci siamo divisi: una decina da Berta e Clari e una decina da noi.

E’ stata una notte memorabile:abbiamo riso, chiacchierato, recitato, lavato piedi, rivelato segreti eccetera..

Non so quale notte ritenere più “scomoda”, se si considera che la prima abbiamo dormito in due in un letto (Anna ha trovato nel suo un paio di mutande di pizzo molto dubbie) e la seconda in cinque in due letti.

Ora la voce di De André riempie la carrozza, io e gli altri canticchiamo sottovoce le sue parole e tutti i ricordi degli scorsi giorni affollano confusi la mia mente. Forse non è cambiato nulla tra noi, forse tutto.

Tornare alla normalità è malinconico, ma resta ancora la scia del’emozione: quella la gita provoca in noi, quella che torna viva ogni volta che ricordiamo.

 

Carolina Tardito (3C)

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