COMENIUS Bilaterale Polonia-Italia 2011-2013. Diario di bordo

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Scheda tecnica

-Comenius: progetto europeo che coinvolge scuole di vari Paesi attorno ad una tematica comune
-“Lingua per ricordare”: Comenius bilaterale Torino (Italia)-Zamość (Polonia) 2011-2013
-Argomento: deportazione e sterminio in Polonia, durante la Seconda Guerra Mondiale, Resistenza e stragi naziste in Italia
-Scuole partecipanti: 3 LO Cypriana Kamila Norwida di Zamość e Liceo Classico Europeo annesso al Convitto Nazionale Umberto I di Torino

Premessa

Quando nel giugno del 2011 la prof.ssa Gavinelli ha proposto alla allora 3C questo progetto, noi studenti siamo rimasti francamente un po’ perplessi: ci spaventavano l’idea di dover lavorare per due anni e la complessità dell’argomento da affrontare.
L’entusiasmo degli insegnanti, la fiducia che hanno riposto in noi, lo spessore culturale del progetto, gli interventi degli esperti, la lettura dei testi hanno favorito il coinvolgimento di tutti gli allievi, che si sono gettati nell’impresa con convinzione sempre maggiore. La realizzazione del film “Quattro banchi vuoti” e i 13 giorni passati in Polonia nella primavera del 2012 sono stati senza dubbio i due momenti più significativi della prima parte dell’esperienza.

La seconda fase di scambio

Mercoledì 26 settembre 2012

Ore 14.00. Mentre i ragazzi italiani sono ancora alle prese con l’inefficienza del sistema dei trasporti urbani torinese, le 22 corrispondenti polacche e le 3 professoresse, che le accompagnano, arrivano in C.so Vittorio Emanuele II 131, reduci da un viaggio in corriera di ben 33 ore (!!!).
Dopo sei mesi di lontananza tutto si risolve in uno scambio di abbracci e baci, accompagnati da urletti, che hanno permesso di comprendere come le frequenze sonore raggiunte dalla voce femminile siano le medesime in tutti i Paesi.
Un viaggio lungo, che ha lasciato in ognuna delle ragazze un solo desiderio: una doccia calda. Detto fatto! Tutti a casa, pronti per iniziare quest’avventura, insieme.

Giovedì 27 settembre 2012

Eccoci tutti a scuola, alle 9 in punto in Aula Magna, per la somma gioia dei nostri professori. Riceviamo il saluto della vicepreside, la prof.ssa Soglia, e ascoltiamo la illustrazione del programma relativo alle attività dello scambio, tenuta dalla prof.ssa Gavinelli, talmente attenta ad essere sufficientemente esaustiva da dimenticarsi, a volte, di dare spazio alla traduzione della nostra compagna polacca Sara. Tutto si risolve (per fortuna!) con l’intervento della prof.ssa Dagmara.
Dopo l’accoglienza, per noi italiani si prospettano due intense ore di filosofia, mentre le ragazze polacche se la spassano con la caccia al tesoro, organizzata dalla prof.ssa Garello, nel centro di Torino.
Al pomeriggio, ci rechiamo tutti insieme al Museo della Resistenza, motivo di vanto della nostra città. [Vedi approfondimento n.1] È una visita interessante, forse più per i torinesi che per le ospiti (questo è dovuto al fatto che si tratta di un percorso interattivo unicamente in lingua italiana). Scopriamo, così, realtà che hanno sconvolto la nostra città negli anni ’38-’46: bombardamenti, sfollamenti, deportazioni, torture.
Angoscia, tristezza e incredulità hanno caratterizzato questa esperienza, che ha richiamato alla memoria le forti emozioni provate da tutti noi durante la visita ad Auschwitz, nella primavera di quest’anno.

Venerdì 28 settembre 2012

Ore 7.25. Tutti sono già in Piazza Arbarello pronti a partire, ma qualcuno si è appena svegliato e sfidando ogni legge della fisica, entra ufficialmente nel Guinness World Records raggiungendo il pullman un attimo prima che parta alla volta di Fondotoce. Il paesaggio verdeggiante, il tepore autunnale e la splendida cornice offerta dal lago contrastano in maniera evidente con la gravità degli avvenimenti qui accaduti. A testimonianza dell’eccidio dei partigiani della Brigata Val d’Ossola è stata edificata la Casa della Resistenza [Vedi approfondimento n.2], meta della nostra visita. Il percorso si svolge in due fasi: all’esterno vediamo monumenti ed opere artistiche in memoria dei caduti, mentre all’interno è particolarmente toccante il video che racconta la testimonianza di Carlo Suzzi, unico sopravvissuto all’eccidio, come anche quello relativo alle violenze del XX secolo.
Dopo una visita così ricca di emozioni, ci concediamo un tipico pranzo italiano e una passeggiata sulle rive del Lago Maggiore. Ci rilassiamo così in spiaggia, prendendo il sole, e qualcuno ne approfitta per un tuffo.

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Sabato 29 settembre 2012

Come occupare il primo giorno senza attività didattiche? Un po’ di shopping in centro è sempre piacevole ( con buona pace dei maschietti) : in fondo è anche un modo divertente per far conoscere la città. La Mole, il Museo del Risorgimento, Palazzo Madama attirano l’ attenzione delle nostre corrispondenti , come anche le numerose piazze e i palazzi barocchi.
Ore 23.00. Finalmente in discoteca! Chi balla senza mai fermarsi, chi rimane seduto tutta la sera aspettando di andarsene, chi passerebbe lì tutta la notte pur di non perdersi neanche una canzone e chi invece pensa sia il momento giusto per trovare “l’anima gemella”: che pacchia per i nostri maschietti!

Domenica 30 settembre 2012

Dopo aver dormito come sassi tutta la mattina, ci risveglia la notizia dell’ennesimo contrattempo: il luogo della grigliata (già stabilito da giorni) deve essere spostato, causa maltempo, ma per fortuna non dobbiamo recarci troppo lontano. Il cibo italiano è sicuramente molto apprezzato per qualità e quantità: infatti la maggioranza di noi non ha mangiato nulla fino al mattino dopo.

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Lunedì 1° ottobre 2012

Chi pensa che il Comenius sia un’attività ludica e leggera, si sbaglia. Quattro ore attaccati al computer senza un attimo di tregua ne sono la prova. Sperando di aver fatto un buon lavoro, ci rechiamo in mensa, affamati come sempre.
Al pomeriggio, muniti chi di un colorato ombrello, chi di una variopinta sciarpa ci siamo avventurati sotto la pioggia nel Giardino Roccioso all’interno del Parco del Valentino, per poi cimentarci come guide turistiche per le nostre compagne polacche, descrivendo gli edifici più caratteristici del Borgo Medievale.
Dopo il tour, a nulla valgono i nostri timidi tentativi di portare le ospiti a casa: sebbene stanche, non rinunciano al solito giro per negozi anche sotto la pioggia!

Martedì 2 ottobre 2012

Ore 7.15. Facce assonnate, trolley che sobbalzano rumorosamente per via Garibaldi, gente che arriva in anticipo e ne approfitta per prendersi un caffè, ma del pullman nessuna traccia! Solo dopo venti minuti, con immensa gioia degli alunni (che vedono nel pullman un “letto di ripiego”) e tra gli sbuffi di qualche professoressa che non si capacita del ritardo, si parte finalmente alla volta di Lucca. Ma i contrattempi non sono finiti: l’autista, affidandosi alle nuove “supertecnologie” (Tom Tom), riesce a perdere per ben due volte la strada!
Arriviamo così nella città toscana con un’ora di ritardo, ma questo non ci impedisce di visitare il Duomo e la bellissima tomba di Ilaria del Carretto. Quindi, dopo un pranzo abbondante (grande successo dei tordelli lucchesi), continuiamo la nostra passeggiata tra palazzi antichi e luoghi tipici, come la Torre Guinigi. Giunti alla Piazza dell’Anfiteatro, però, si presenta un nuovo problema: dieci o più polacche si sono perse per Lucca! Fortunatamente riescono a dirci dove si trovano e in poco tempo le recuperiamo.
Posate le borse all’ostello, a Marina di Massa, corriamo tutti in spiaggia a goderci le ultime ore di sole. Anche le professoresse non disdegnano e si tuffano con noi; così, all’ombra di un tramonto mozzafiato, ci prepariamo per la cena.

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Mercoledì 3 ottobre 2012

Anche se un po’ in ritardo e decisamente assonnati, intorno alle ore 8.00 partiamo alla volta del paesino di S. Anna di Stazzema. Arrivati a destinazione ci accoglie il sig. Enrico Pieri, sopravvissuto alla strage avvenuta nel luogo, pronto a condividere con noi la propria testimonianza. [Vedi approfondimento n. 3]
Ascoltando il suo racconto, certamente toccante, abbiamo modo di riflettere sul punto di vista (poco usuale) di un bambino che a soli 10 anni viene posto di fronte alla dura realtà della morte, assistendo all’uccisione di genitori e familiari, e che riesce a mettersi in salvo, per una serie di casi fortuiti, in compagnia di altre due bambine.
I silenzi, i tempi morti, i flash e la traduzione per le ragazze polacche non hanno ridotto l’impatto emotivo delle parole del sig. Pieri, che hanno fatto maturare in noi, oltre ad una profonda commozione e una grande compartecipazione, anche una decisa indignazione, di fronte alla sentenza del Tribunale di Stoccarda di archiviare il caso della strage. [Vedi approfondimento n. 4]
Rimaniamo sconvolti, senza parole, consci di assistere ad un gesto di estremo coraggio, che ci servirà senza dubbio da insegnamento e da esempio: per quanto possa far soffrire, è necessario ricordare, trasmettere la memoria degli orrori passati e con questa i valori, sempre attuali, che ne conseguono.
Ci aspetta quindi, al termine dell’incontro, la visita del museo: le foto d’epoca, le testimonianze, risalenti al 2003, dei pochi sopravvissuti, l’elenco di nomi e foto dei ragazzi sotto i 16 anni che persero la vita nella strage non fanno che aumentare la nostra commozione.
Ma ancora non è finita, per cui ci dirigiamo all’ossario, accompagnati da una fastidiosa pioggia, ma nuovamente invitati a riflettere sul risultato di un gesto di crudeltà pura e gratuita. [Vedi approfondimento n.5]
Ecco allora che, dopo aver pranzato al riparo dal maltempo, decidiamo di tornare subito a Torino, stanchi, ma consapevoli dell’importanza di queste due giornate. [Vedi approfondimento n.6 sui musei]

Giovedì 4 ottobre 2012

Gli ennesimi ritardi non fanno iniziare la giornata con il migliore degli umori, ma ben presto la nostra attenzione è catturata dalla possibilità che ci viene data di “sfogliare” la storia.
Giunti infatti a Palazzo Barolo, dopo un caloroso benvenuto da parte del prof. Pompeo Vagliani (direttore del Musli e docente universitario), abbiamo modo di conoscere la storia da un altro punto di vista: libri scolastici, quadernetti, diari, collage di foto e giochi da tavolo del periodo fascista. I bambini erano portati a vedere la guerra non più come un fenomeno eccezionale, ma quasi come un evento naturale; il pensiero fascista accompagnava, infatti, ogni aspetto della loro vita, dal gioco all’apprendimento. [Vedi approfondimento n.7].
Questo indottrinamento, che partiva già dalla scuola dall’infanzia, doveva formare il soldato e la madre del domani.
La visita è proseguita in un’altra ala del palazzo dove sono state ricostruite vecchie aule scolastiche con cartelloni e materiali didattici del passato.
Terminata la visita, che risulta molto interessante, ci rechiamo tutti a pranzo per rilassarci un po’ prima dell’incontro a Palazzo Lascaris del pomeriggio.
Al palazzo della Regione veniamo accolti da Roberto Placido ( Vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte) che ci presenta Franco Berlanda e Ferruccio Maruffi, due testimoni del periodo che interessa il nostro progetto. [Vedi approfondimenti nn. 8-9] Sono entrambe testimonianze molto toccanti ma estremamente diverse tra loro perché dalle loro parole emerge il carattere dei testimoni: il comandante Berlanda più grintoso, il signor Maruffi più commovente. L’incontro risulta ancora più interessante grazie al coinvolgimento di tutti noi ragazzi. Finito l’incontro, alcuni di noi si recano al bar per prendere un caffè con Ferruccio Maruffi il quale approfondisce alcuni aspetti della sua vita: l’amicizia con Primo Levi, il lavoro nella cava di Mauthausen, il ritorno alla vita normale. Dopo una giornata così piena di emozioni ci rilassiamo tutti insieme con una serata nel centro di Torino .

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Venerdì 5 ottobre 2012

Ingresso a scuola alle ore 8.00; le ragazze polacche si ritrovano nell’atrio, pronte per un tour delle chiese torinesi, mentre gli italiani si dirigono verso l’aula informatica. La nostra sfortuna non si smentisce neanche oggi, poiché dobbiamo aspettare circa una ventina di minuti prima di poter entrare ed iniziare il lavoro.
Nel pomeriggio godiamo dell’ultimo tempo libero, per commissioni. Alle 20.00, quindi, ci presentiamo a scuola per la rituale cena con le famiglie che accompagna e conclude ogni scambio, a cui la nostra scuola prende parte.
Terminato di mangiare, noi ragazzi usciamo tutti insieme, per l’ultima volta, per concludere al meglio questa stancante, senza dubbio, ma soprattutto arricchente, interessante e meravigliosa esperienza!

Scheda Sara (n. 10)
Scheda gruppo TIC (n. 11)

Francesca Cortese
Biancamaria Gai
Sara Gambaretto

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