Canada, patria dello sciroppo d’acero, dell’hockey e del mercurio nei fiumi: così si presenta questo Paese. Dopo decenni di omertà si è scoperto cosa stesse realmente accadendo in Ontario: tra il 1962 e il 1970 una piccola azienda ha riversato nel fiume Wabigoon tonnellate di mercurio, e da allora l’acqua contaminata ha provocato gravi danni all’ecosistema.
Grassy Narrows è da secoli la casa di una comunità di nativi che vive a contatto con la natura, usando solo lo stretto necessario per la loro sopravvivenza. La loro principale fonte di sostentamento è il fiume, da cui ricavano il pesce necessario per l’intera comunità. Peccato che, a causa dell’alto livello di mercurio presente nell’acqua, lo stesso pesce li stia uccidendo.
Simon Fobister, capo di Grassy Narrows, ha dichiarato: “Per decenni ho cercato giustizia per il mio popolo per avvelenamento da mercurio, cercando risposte, cercando aiuto. Mai una volta mi è stato detto che il mercurio è ancora sotto lo stabilimento, proprio accanto al nostro fiume. Mi è stato detto più e più volte che il sito era stato ripulito e che il problema si è concluso negli anni ’70.” Niente di più falso, dato che la comunità, che per oltre mezzo secolo ha continuato a vivere nella propria terra ignara di tutto, sta lentamente scomparendo. L’alto livello di mercurio ha causato la morte di molti anziani del villaggio e seri problemi di salute ai nuovi nati. Chi può cerca di pescare in altre aree, ma non tutti ci riescono e sono costretti a mangiare il pesce contaminato.
Nel corso degli anni sono stati effettuati dei test di controllo, ma i risultati non sono mai stati resi pubblici. Nel 2006 un test ha rivelato che il livello di contaminazione da mercurio è tre volte superiore alla soglia provinciale, ma solo negli ultimi anni il governo ha preso provvedimenti stanziando un fondo di 85 milioni di dollari per decontaminare l’area. L’ennesima dimostrazione del difficile rapporto tra il governo Canadese e le popolazioni native.
Dopo secoli di tensioni per la suddivisione del territorio il Canada si mostra ancora una volta ostile verso le comunità autoctone: evita di assumersi le responsabilità di quanto è accaduto e continua a rimandare la messa in sicurezza dell’area. Le conseguenze? La zona continua ad essere abitata da persone legate alla loro terra o senza alternative e i pochi anziani rimasti si preoccupano per la salute dei più giovani e temono che la loro cultura e le loro tradizioni vengano dimenticate. Ed è così che una parte della cultura canadese sta lentamente morendo sotto gli occhi di un Ontario indifferente a causa della superficialità del governo.
Giorgia Bima, corrispondente dal Canada