Un anno all’estero ha parecchi scopi, fra cui rendersi conto delle differenze, le quali aiutano ad aprire diverse prospettive che fanno vedere il mondo con una mente più aperta. In una società come quella americana, in cui l’indipendenza prevale sul senso di unità della famiglia, una exchange student italiana vuole lasciare un messaggio al futuro di quella nazione.
Onorevoli professori, genitori e compagni dell’ultimo anno,
Mi chiamo Iris Sanna e sono una exchange student italiana.
Tutto ciò che pensavo di sapere sulle scuole statunitensi lo avevo imparato nei film. Sono stata piacevolmente sorpresa dal fatto che la leader della squadra di cheerleading non fosse bionda e non uscisse nemmeno con il quarterback della squadra di football.
C’è qualcosa, però che sono sicura di aver notato: tutti sono pronti a iniziare una nuova vita. È una delle frasi che sento più spesso in questi giorni; lo avete stampato tutti voi sul volto. Finire il liceo regala sicuramente un grande senso di indipendenza: siamo pronti a conquistare il mondo, non è vero? Prossima fermata: la vita. Ho intitolato il mio discorso in questo modo, anche se adesso non sono più sicura di aver scelto il titolo giusto. Siamo degli adulti e crediamo che la vera vita inizi adesso… ma ne siamo sicuri? E tutti gli anni appena trascorsi? Quelli non facevano parte della nostra vita? I primi passi, le prime parole, il primo bacio, il primo respiro… tutto ciò non faceva parte della nostra vita?
Personalmente, credo che la vita inizi quando la fai cominciare tu, quando ne realizzi l’importanza. La vita, però, è anche corta, complicata ed intensa. A volte, l’unico modo per andare avanti è aggrapparsi ai ricordi, non importa che siano belli o brutti. Quelli positivi ci faranno automaticamente sorridere mentre quelli negativi ci aiuteranno a realizzare la nostra crescita e quanto abbiamo imparato. In ogni caso, penso che un modo più che valido di creare ricordi durevoli sia il liceo.
Ecco perché mi piacerebbe fare qualcosa di diverso e preziosi con tutti voi, proprio ora. Fermiamoci un secondo per apprezzare questo momento: questo è l’unico “ora” che abbiamo a disposizione. Non dimentichiamoci mai dove sono le nostre radici. Catturiamo questo momento e fissiamolo nella nostra memoria perché queste sono le fondamenta del nostro futuro.
“Chi predica bene, razzola male” diceva qualcuno. Per questo motivo, voglio fare il primo passo e dare l’esempio a tutti voi.
È capitato che le mie radici fossero piantate in Italia dalla mia famiglia. Crescendo, ho realizzato di aver bisogno di qualcosa di diverso: un exchange year americano. E qui, negli Stati Uniti, ho trovato tanto di cui essere grata. Ecco una breve lista:
Sono riconoscente per l’ambiente accogliente che mi è sempre stato mostrato, il supporto della famiglia ospitante, le lezioni imparate dai miei professori, la mia allenatrice e la mia meravigliosa squadra di cheerleading, la mia migliore amica, i miei errori e tutti quei piccoli, ma preziosi momenti che non torneranno mai indietro. Teniamoli stretti e non dimentichiamoli.
Vorrei brevemente parlare della mia fonte d’ispirazione: la mia mamma. So che è una frase molto gettonata e sentita ovunque, ma io qui sto parlando seriamente. La mia mamma è seduta proprio qui, è arrivata addirittura dall’Italia insieme al mio incredibile papà e alla mia bellissima sorella. È probabilmente la donna più brillante, affascinante, intelligente e forte che io conosca. Devo a loro il mondo intero… è persino scritto sopra al mio tocco-cappello da cerimonia!
Vorrei, infine, condividere con voi, classe del 2019, un insegnamento prezioso che lei stessa mi ha impartito: “Non dimenticarti mai da dove vieni, ma costruisciti delle ali per volare alto e trova delle ragioni per tornare a Casa”.
Grazie per l’attenzione.
Iris Sanna, corrispondente dal Colorado, USA