Dove andremo a finire

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past-present-futureDove andremo a finire. Senza il punto di domanda, stavolta non serve. Questo è l’ultimo grido, o piuttosto il sospiro, di chi guarda il futuro in faccia e si domanda come abbia fatto a procurarsi tutte quelle rughe.

Futuro, quanto hai dovuto lottare per arrivare fino a qui? O magari sono stato io, siamo stati noi col desiderio che ci anima da così tanto tempo, a correre a perdifiato per raggiungerti. Inutile chiederselo: in questo caso non c’è altro da fare che mantenere lo sguardo fisso, cercando di mostrare una sicurezza che svanisce la sera, appena si rientra a casa.

Dove andremo a finire, quando tutto questo sarà finito ed ogni singolo giorno sarà stato speciale perché avrà costituito una sfida. Ci saranno già state le mattine in cui il letto sembrava l’unico posto accogliente al mondo. Apparterranno al passato quei momenti in cui si andava avanti solo grazie al desiderio fortissimo di farcela, per dimostrare di valere qualcosa.

Saremo un ricordo e avremo ancora tutto davanti, mentre le nostre esistenze assumeranno pian piano una consistenza diversa. Potremo toccare con mano ciò che stiamo assaporando sulla punta della lingua. Sì, quel gusto un po’ aspro, di certo molto forte che sa ancora di caffè e sigarette, perché pensare davvero di smettere dopo la maturità suona un po’ come una bugia. Una posticipazione, come tante altre. Appena sarò fuori di qui mi iscriverò a quel corso di canto che tanto volevo frequentare. Giuro, andrò a correre tutti i giorni e i miei genitori potranno rinunciare all’idea di vedermi a casa la sera: se non ho lezione il giorno dopo la notte la passo a ballare.

È la dolcezza delle immagini che popolano la mente degli studenti di quinta a circa 30 giorni dalla fine della scuola. E la stanchezza comincia a farsi sentire, mentre i professori non demordono e serrano la presa sull’arma che ancora resta nelle loro mani: la maturità, con tutto ciò che rappresenta. L’ultima delle sfide ancora legate alla prima fase di una vita che sta per capovolgersi, senza che nessuno ne abbia davvero paura, ma che porta tutti a chiedersi cosa succederà dopo.

Non ci sono certezze e forse vorremmo averne. La sicurezza di frequentare la facoltà che vorremmo, di mantenere i vecchi rapporti intatti e d’avere gli amici di sempre al nostro fianco. La speranza, per alcuni, di trovare l’amore che da tempo si nasconde. La voglia di viaggiare che l’impegno richiesto dalla scuola ha accantonato.

Dove andremo a finire? Questa volta è d’obbligo porsi la domanda. Proprio il futuro che guardiamo in faccia possiede la risposta e, dopo averla scritta su un pezzo di carta, ce la sventola davanti al naso come per deriderci. Sta a noi riuscire a strappargliela di mano, serrarla forte contro il cuore e difenderla dai soffi di vento improvvisi, dai dubbi, dalle paure. Non so cosa ne sarà di noi, ma posso essere sicura di una cosa: sarà divertente scoprilo, passo dopo passo.


Eleonora Rossi (5B)

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