Era la fine di una giornata quantomeno “svarionante” e i miei mi avevano spedita ad affittare un film alle macchinette automatiche (quanto mi manchi, Blockbuster!). Scorrendo i nuovi arrivi e sapendo che dopo una settimana lavorativa sarebbe stato meglio evitare qualcosa di troppo intellettuale, mi sono lasciata attirare da un titolo e da un’immagine che promettevano il classico prodotto action americano, dove i dialoghi non si scostano troppo da :” Cazzo signore, ci stanno massacrando”, “Beccati questo zombie di merda”, “Questa città è troppo piccola per tutti e due”, “Non preoccuparti baby, ci penso io” etc … Si, tanti effetti speciali e coma cerebrale assicurato: perfetto. Così ho cliccato sul titolo senza nemmeno leggerlo, per dare un’occhiata alla trama (non si prospettava una lettura lunga e intensa …) e alla copertina; quando si è aperta la locandina, ho pensato: “To guarda, quel tizio con la tuba e l’accetta mi ricorda tanto Lincoln” e mi sono messa a ridere da sola, pensando che dovevo cominciare a studiare di meno e a dormire di più. Già lo sfondo tenebroso lasciava intuire che doveva esserci qualche sorta di forza oscura o mostro in quelle due rime scarse di trama e ormai sospettavo la sconvolgente banalità dell’antagonista di turno. Ho preso il coraggio a due mani e ho letto l’abstract: vampiri. Esasperazione. Vampiri, vampiri, vampiri … e questa volta come? Vampiri succhia sangue? Vampiri playboy? Vampiri brillantinati? Vampiri ballerini? Vampiri in via d’estinzione? Vampiri gay? Vampiri pattinatori su ghiaccio? Sembra di collezionare Barbie! Hey bambino, corri al supermercato, il nuovo Vampiro Veterinario ti aspetta! E se compri Vampirella Magia delle Feste e Vampirello Magico Natale, in regalo Vampira Lap Dance, con tanto di palo e cubo! Verrebbe voglia di avvolgere gli studi cinematografici americani con un’enorme, lunghissima collana d’aglio, come segno d’avvertimento. E se non basta, organizzare la sagra della bagna cauda in piena Hollywood, per far scappare vampiri, registi e sceneggiatori incapaci di scollarsi dalle regole del botteghino.
Ma torniamo al capolavoro cinematografico (il cui nome effettivamente era “La leggenda del cacciatore di vampiri”) che mi apprestavo, aimè, ad affittare.
Al di là della naturale nausea che la parola vampiri ormai mi suscita, ho deciso di proseguire, per vedere quale inutile contorno lo sceneggiatore aveva tracciato, probabilmente su un post-it già parzialmente occupato dalla lista della spesa. Penso di essere rimasta a fissare quelle maledette due righe per cinque minuti almeno, impietrita dalla sconvolgente verità: l’uomo in copertina non assomigliava a Lincoln … l’uomo in copertina ERA Lincoln. Lincoln contro i vampiri. Il sedicesimo presidente americano che prende ad accettate i succhiasangue. No, vi prego. E invece si.
Una persona con un minimo di amor proprio avrebbe convinto se stessa di non aver letto niente, avrebbe chiuso con gesti misurati il file e avrebbe affittato qualcosa di più decente, anche un porno a questo punto, tanto peggio di così. E invece, scema, ho chiamato i miei genitori per chiedere sul da farsi e mi ha risposto il più stanco dei due: “Massì, prendilo, magari è carino”. C’è solo una replica ad un’affermazione del genere, ma non posso riportarla perché non tutti gli studenti dell’Umberto I hanno raggiunto la maggiore età e, in ogni caso, anche al telefono mi sono dovuta trattenere visto che per almeno un altro paio d’anni vitto e alloggio sono sponsorizzati dal suddetto genitore stanco. Non ho avuto scelta insomma: ho affittato la boiata. E non contenta del gesto masochistico, l’ho anche guardata. Ora, premesso che colpi di scena non ce ne sono (nello spazio limitato del post it non ci stavano), mi permetto di commentare qualche passaggio e spero che nessuno abbia intenzione, dopo aver letto questo brano, di guardare “La leggenda del Cacciatore di Vampiri” se non per riderci su.
Inizio classico: il piccolo e coraggioso Abraham, figlio di genitori poveri ma lavoratori ( molto americano) protegge l’amichetto di colore dalle violenze del padrone bianco (troppo bianco, indovinate perché?). Il padrone in questione si vendica e uccide la mammina di Abraham con un mega salasso coi fiocchi. “Argh, mi vendicherò” dice il piccolo Abraham, che totalmente idiota non è, e quindi ha capito che soprannaturale ci cova. Certo, non è completamente idiota, ma rimane comunque abbastanza idiota da presentarsi a caso dal cattivo dieci anni dopo (perché non prima? Perché non dopo? Non si sa, colpa del post it) con solo una pistola e tanta forza di volontà. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, ma per amor di chiarezza confermo che viene prevedibilmente pestato a sangue e quasi ucciso (ah, se solo l’avesse accoppato nei primi dieci minuti di film …) quando interviene un tizio misterioso che salva Abraham, lo rapisce, se lo porta in casa e dopo un dialogo di trenta secondi netti (nuovo record) ne fa il suo allievo personale (tutto molto a caso, very american) e si offre di insegnargli come uccidere i vampiri. Notare bene che questo nuovo personaggio, il cui nome è Henry:
– Gira con gli occhiali da sole anche in casa
– È sempre imbardato fino alla punta del naso
– Mette quintali di crema solare
– È pallido da far schifo
– Ha una forza sovrumana
– Sa tutto sui vampiri
Cosa sarà mai? Una sorta di Superman lappone incline alle insolazioni o un vampiro? Difficile a dirsi, un vero mistero. Fatto sta che per Abraham è un colpaccio scoprire DOPO UN’ORA E MEZZA DI PELLICOLA che il suo mentore è un succhia sangue; povero, ci rimane malissimo e per farsela passare si dà alla retorica e diventa presidente. Così, a casissimo. E questo, a mio avviso, spiega tante cose della politica statunitense.
Oh, dimenticavo, la classica scena dell’allenamento alla “metti la cera, togli la cera”: foresta, alberi secolari di trenta metri.
Henry: “abbatti la quercia con un colpo solo”
Abraham (giustamente): “E come faccio?”
Henry: “Credici”
Lui ci crede e abbatte il quercione. E io rido, soprattutto quando la storia va avanti e a quanto pare non è intervenuto nessun potere speciale, non c’è una storia di prescelti o qualche motivazione accampata. No, basta crederci. E io rido. Credeteci nella promozione ragazzi, credeteci.
Ma torniamo al nostro Presidente. Vediamo vediamo, nel frattempo si è sposato con la cattiva di “Sky High: una scuola di supereroi”, l’unica attrice non proprio sconosciuta e vagamente in grado di recitare; ha avuto un dolce pargoletto, troppo bello per sopravvivere; ha fatto incazzare i vampiri più potenti d’America.
E qui l’apoteosi: prendete un popolo estremamente orgoglioso dell’idea che ha di sé stesso; prendete tutti i massacri storici e le macchie dei suoi presidenti e date tutta la colpa ai vampiri. Et voilà: avete reso la storia americana la favola di un paese perfetto. Perché voi credete di aver studiato la versione reale, e invece no: in realtà il mercato di schiavi negli stati del Sud appartiene solo ed esclusivamente ai vampiri (Texas e Virginia non centrano, poveretti), Lincoln lo sa e indice una guerra in nome del sogno americano, che vuole tutti liberi e saltellanti in un grande prato verde. Oh fly. E quindi non solo gli Americani non si sono macchiati della tratta di schiavi, ma i morti della guerra civile sono andati all’aldilà non per una questione commerciale, ma per liberare il mondo dalle forze del male. Nemmeno la pubblicità della Benetton è così politically correct. Battaglione finale, i nordisti stanno perdendo visto che i vampiri sono pochi ma generalmente immuni a qualunque arma. Abraham, parecchio indisposto perché gli hanno ucciso il figlioletto, ha l’illuminazione: facciamo proiettili e baionette d’argento! Ovvio. E dove trova l’argento? Ordinanza del Presidente: tutte le famiglie devono regalare l’argenteria allo Stato. Non sto scherzando. In America, il paese del capitalismo sfrenato, la gente non vuole pagare le tasse per sostenere la sanità, figurati se senza spiegazioni regala in toto la sua argenteria allo Stato. Poi ci si ricorda che il Presidente degli Stati Uniti abbatte le querce credendoci, e allora va bene: può anche confiscare i beni al suo popolo senza un motivo apparente (a ben vedere, è più plausibile la questione dell’abbattimento querce).
I buoni vincono, i cattivi perdono, gli schiavi sono liberi, felici e ben nutriti. E molto banalmente il film si chiude con Abraham e moglie che se ne vanno a teatro.
E col suono di un conato di vomito generale in sala di proiezione.
Stavo pensando di darmi al cinema, è giusto che il mondo sappia la verità: in realtà Mussolini era una statua dell’isola di Pasqua (vedi mandibolone) posseduta dallo spirito cattivo della repressione dittatoriale. Ma ecco che il giovane patriota Antonio Gramsci (in arte Tony Gram), che schiva le pallottole credendoci: dopo aver sconfitto i tedeschi, che in realtà sono zombie e questo spiega come mai eseguono passivamente qualunque ordine senza fare domande (ne segue che l’olocausto non è propriamente colpa del popolo tedesco), si reca volando (basta crederci) a Berlino e picchia a morte Hitler, un alieno giunto sulla terra per seminare il caos. A caso. Scusate, avrei voluto mettere più spiegazioni in questa trama tiraticcia, ma avevo solo un francobollo dietro e questa è la mia fermata … Buona giornata poveri amanti del cinema feriti, e portate pazienza: prima o poi le boiate si esauriranno in sé stesse e qualcuno sarà costretto a fare il regista per davvero.
Eugenia Beccalli, corrispondente dal divano