E mo’?

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E mo'?Vi siete mai fatti questa domanda? Trovati ad un punto nel quale non sapete cosa fare, e non avete idea di che direzione prendere? Capita spesso, perché alla nostra età abbiamo molte scelte da fare, alcune anche abbastanza importanti, molte strade possibili da prendere e molte domande a cui non sappiamo rispondere. Questo non vuol dire che gli adulti non debbano rispondere a queste domande, ma loro, essendo appunto “adulti”, sono più facilitati perché non è per niente la prima volta che devono affrontare certe situazioni. Noi ragazzi siamo sempre pronti a parlare, a dire cose inutili, a far finta che non ce ne freghi niente, ma poi quando arriva il momento di decidere cosa fare della nostra vista ci rimane un’unica domanda: e mo’?
E mo’ cosa? E mo’ … chessifa’? Chiaro, s’intende ad esempio scegliere se abbandonare la vita da bimbi delle elementari e iniziare a chiamare le maestre “prof”, scegliere a che scuola andare dopo le medie, scegliere cosa fare dopo il liceo, scegliere poi di rimanere con mamma e papà o scegliere di esplorare cosa c’è al di là del nostro quartiere. Sono tutte scelte, no? Ma non sono facili. Almeno non solitamente. A volte possono mandare in crisi queste domande, abbiamo quasi sempre paura di sbagliare, o di prendere una strada per poi alla fine scoprire che non faceva per noi. Sono scelte importanti da non prendere alla leggera, da affrontare con la mente aperta, perché la mente è come un libro, se non è aperta non serve a niente. Queste scelte non dobbiamo farle da soli, abbiamo bisogno di aiuto, di opinioni altrui, non dobbiamo fare sempre e subito di testa nostra, scegliendo la prima cosa ci viene in mente. Questo tipo di aiuto lo abbiamo ricevuto fin da piccoli dai nostri genitori, che sono sempre stati in grado di fare per noi le scelte giuste. Putroppo questa può essere una caratteristica sia positiva che negativa e in particolare di molti italiani. Siamo molto legati alla famiglia – cosa di per sé positiva, solo forse a volte un po’ eccessiva – siamo molto legati al nostro quartiere, alla nostra città, alle cose che siamo soliti a fare, a mangiare, a vedere… In poche parole, diamo un po’ l’impressione di avere paura di quello che non conosciamo già. C’è una netta differenza fra l’essere legati alle cose che ci sono vicine e avere paura di tutto ciò che non si conosce. Dobbaimo uscire dalla nostra zona di “comfort”, esplorare quello che c’è fuori, quello che non abbiamo ancora visto o che abbiamo solo visto in televisione o nelle immagini arrivate da lontano. Sempre se si vuole.
Davanti a quella domanda – e mo’? – dobbiamo rimboccarci le maniche e prendere delle decisioni, scegliere se continuare come abbiamo sempre fatto o scegliere di scoprire qualcosa di nuovo, seguendo il nostro istinto ma rimanendo allo stesso tempo realisti. Che si tratti di un “passaggio” di scuola, di un possibile trasferimento altrove, di una semplice scelta di fine corso, deve essere sempre affrontata nello stesso modo.
Dobbiamo scegliere di fare e di andare dove vogliamo, perché quando saremo vecchi e sarà troppo tardi andremo dove ci porteranno.

Alessia Bello (1E)

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