Se uno dei più grandi scrittori del Novecento, Jorge Luis Borges, arriva a dichiarare “La mia gloria sono i libri che ho letto”, possiamo rincuorarci tutti noi che i libri li leggiamo e non li scriviamo. Perché se Borges non si gloria di ciò che ha scritto (pur avendone motivo), ma di ciò che ha letto, offre a tutti noi lettori un motivo per gloriarci.
E siccome un libro giunge nelle nostre mani attraverso le vie più disparate, abbiamo voluto dedicare una sezione dell’UmberTimes ai libri e al loro mondo, perché il nostro giornale potrebbe essere una di quelle vie. Scriveremo di romanzi, poesie, saggi; di scrittori, editori, librai; di associazioni, circoli, fondazioni… insomma, di tutte quelle realtà che creano, diffondono, amano i libri. Naturalmente, anche a questa sezione possono (anzi, devono) contribuire tutti gli allievi, i docenti, gli educatori dell’Umberto I, con recensioni, interviste, commenti, dichiarazioni d’amore per un libro, per più libri, perché la lettura sia vissuta come una passione che libera.
Per questo è nato LiberTimes…
…perché un libro libera il tempo, lo sgombra dalle sofferenze, dai pesi, dalla stanchezza;
…perché un libro rende robusta la mente, la protegge (liber in latino aveva innanzitutto il significato di corteccia);
…perché un libro feconda, porta abbondanti frutti (Liber e Libera erano i figli di Cerere, dea delle messi);
… perché un libro forma i giovani, li educa a dare il meglio di sé (liberi nel mondo latino erano i figli);
… perché un libro è piacere, passione (liber contiene la radice di libet – piace in latino – radice che indica l’amore, il cuore).
Per la Redazione, Linda Soglia