Mi presento. Il mio nome è Eleonora Rossi, sono attualmente iscritta alla classe 4^B del liceo classico europeo Umberto I. Fra due settimane diverrò ufficialmente una studentessa della Marywood Palm valley High School di Rancho Mirage, Palm Springs. Questi mille nomi dalle lettere maiuscole sono la meta del mio viaggio: sei mesi a scuola negli Stati Uniti. Non sono la prima a partire né certamente sarò l’ultima, sono stata avvertita per tempo che avrei provato una ben strana sensazione all’idea di lasciare per molto tempo gli amici di sempre, la mia famiglia, la scuola che ormai è come una casa. Nessuno tuttavia avrebbe mai potuto descrivere esattamente ciò che si prova: paura, determinazione, angoscia, speranza.
Quel che scrivo non vuole essere un monito per gli studenti che sceglieranno l’anno prossimo d’intraprendere questo percorso. Possiamo dire che è solo uno sfogo personale, dal quale magari qualcuno sarà così sciocco da trarre ispirazione.
Sarei stata molto curiosa di restare a Torino e osservare l’Umberto riempirsi di nuovi volti, promettenti, terrorizzati e infinitamente giovani. Non che mi ritenga superiore a chicchessia, semplicemente è impossibile, cominciata la prima, anche solo immaginare ciò che il liceo sarà in grado di donare, giorno dopo giorno.
Il più grande cambiamento avviene sicuramente in terza, la classe da cui sono appena (fortunatamente) uscita sana e salva. Molte più materie, più ore e d’un tratto il biennio ormai dietro le spalle sembra un passato dolce, semplice.
Il ricordo delle classi prima e seconda vi perseguiterà probabilmente fino alla quinta, avvolto dall’imbarazzo per certi comportamenti assunti, alcuni vestiti che ormai giacciono vergognosamente in fondo all’armadio, ripudiati dopo esser rimasti vittima del confronto con le nuove tendenze.
Prima che cominciassi il liceo mio zio ha un giorno detto quella che ormai vedo come una grande verità: “Ti farai degli amici, Eleonora. Probabilmente resteranno per sempre nella tua vita”. Inizialmente mi ero rifiutata di credergli, sicura com’ero dei miei affetti della scuola media. Purtroppo, il liceo per il cui giornalino ora sto scrivendo, tende ad avere un pessimo effetto sulla vita dei suoi studenti: ruba il tempo che prima poteva essere dedicato al mantenimento dei rapporti da noi giudicati importanti, sinceri. Ho combattuto fino alla fine per evitare che accadesse, a discapito dei miei voti ma mi sono arresa all’evidenza poco tempo fa.
Come ho detto, non sono l’unica matta a partire. Altre due ragazze stanno per intraprendere la stessa avventura e sarà proprio di loro che sentirò la mancanza.
Ovviamente l’amicizia non è l’unica a salire sul podio dei Grandi Cambiamenti avvenuti in questi quattro anni di liceo. C’è l’amore al primo posto. Una passione inaspettata, imprevista, senza senso ma che ha riempito in positivo e negativo le mie giornate. È finita ora, come ogni cosa magnifica ma non durevole nella vita e ritengo sia importante avere il coraggio di lasciare andare il passato e procedere su una strada diversa. Molte persone, senza che ce ne accorgiamo, scommettono su di noi. Poveri professori, di quanti insulti, scherzi, villanie saranno stati vittime…a posteriori rimpiango d’aver avuto determinati comportamenti. Non mi sento assolutamente pronta a partire, ad essere sola in una terra straniera e lontana, ma sicuramente sarei meno preparata se non fosse per il loro contributo.
I docenti sono un altro argomento interessante di cui parlare, se vogliamo approfondire l’argomento “scuola”.
È stato esaltante, per me, fare i conti con le nuove materie di cui alle medie non avevo nemmeno sentito parlare. Greco, latino: perfetti sconosciuti erano all’inizio della prima e con ogni probabilità continuano a esserlo. Ho sviluppato nei loro confronti una sorta d’amore-odio, alimentato dal rapporto bizzarro con una delle professoresse che più rispetto. Non ne farò il nome, non sono sicura voglia ricevere il mio ringraziamento in questo modo. Ad essere sincera, non credo proprio voglia essere ringraziata per la sua immensa severità, testardaggine ed attaccamento alla regole anche quando queste risultano antiquate … non vorrei nessun altro a rimpiazzarla. Chi ha detto che le persone amabili, dal carattere semplice ed accondiscendente siano per questo le più apprezzate, le meglio ricordate?
La sconvolgente scoperta della terza è stata la filosofia, materia che credevo di conoscere quando in realtà non avevo capito nulla. Ho duramente strappato un misero “sei” dalla grinfie del professore, sperando di non averlo colpito per il dubbio impegno che ho messo nello studio quanto più per la ricerca incessante d’una via diversa per comprendere le medesime cose. In poche parole, ho sprecato molto tempo che avrei potuto occupare a migliorare la mia media, ma va bene così, sono certa d’essere riuscita a fare sorridere il docente.
Se mi dilungassi oltre non raggiungerei il punto fondamentale di quest’articolo quindi vedrò di concentrarmi per dire quanto segue.
Vivete questi anni come fossero realmente gli ultimi, non potete immaginare ciò che vi aspetta, le difficoltà cui andrete incontro. Non sarete mai soli ad affrontarle ma spesso avrete l’impressione d’esserlo, di non farcela, d’avere l’intero consiglio di classe contro. Ricordatevi quant’era bello prendere tutto con estrema leggerezza, ridendoci su di gusto. Nessuno di noi è abbastanza maturo per sentirsi realmente stressato, stanco … abbiamo ancora così tanto da vedere, imparare, amare.
Buon anno dalla California.
Eleonora Rossi