Ed è già passato Natale. Le scuole sono riaperte, tutti al lavoro e si ricomincia con il solito stress quotidiano. Se ci penso non mi sembra ancora vero. È passata la festa a mio parere più bella, è passato un altro anno e tutto in un attimo, così velocemente che quasi non me ne sono accorta. Quando ero piccola non vedevo l’ora che fosse Natale e quando arrivava ero così felice che quasi non ci potevo credere. Per me il Natale iniziava l’8 dicembre quando aiutavo mia madre a fare l’albero: “Il nostro è l’albero più bello di tutti” ripetevo sempre, con tutte quelle luci, quegli addobbi che ogni tanto mi cadevano dalle mani e si rompevano in mille pezzi. Nelle settimane successive si andavano a comprare tutti i regali: si usciva con il freddo, quel freddo che ti penetrava dentro anche se avevi addosso tre maglioni ma non importava, perché eri così indaffarato a comprare che quasi non ci facevi caso. Io e mia madre stavamo fuori degli interi pomeriggi ad osservare attentamente ogni vetrina per cercare il regalo più originale e più bello mentre mio padre sbuffava già dopo dieci minuti. Amavo quelle uscite: camminare per le vie tutte illuminate, vedere gli addobbi delle case, sentire le canzoncine natalizie provenire da qualche Babbo Natale meccanico ai bordi delle strade e l’espressione felice che si leggeva sulla faccia di tutti. Nei negozi era un via vai di “Buone feste signora” “ Arrivederci e auguri” “Buon Natale anche a lei” e tutto questo mi rendeva euforica. E poi si arrivava finalmente alla vigilia di Natale: la sera mio padre accendeva lo stereo e cambiava in continuazione cd di natale mentre io osservavo fuori dalla finestra e pensavo che poche ore dopo sarebbe arrivato Babbo Natale e chissà quali dei regali che avevo scritto nelle letterina mi avrebbe portato. E poi arrivava il giorno di Natale in cui ci si abbuffava seduti ad una immensa tavolata di parenti e amici e fino a notte fonda si giocava a tombola, alle carte e ai giochi più strani. Era un ritrovo tra tutti, una tradizione che nessuna festa poteva sostituire e forse è proprio questa l’essenza del Natale. Più passano gli anni e più queste emozioni mi sono estranee, sento venire meno questa gioia e quest’anno più che mai. Forse è normale perché sto crescendo o forse è colpa della società, della nostra vita frenetica che ci allontana e ci fa dimenticare cosa vuol dire essere veramente felici. Continuiamo a rincorrere i beni materiali, ma ci dimentichiamo spesso di quanto sia bello stare con la famiglia, vivere con qualcuno delle emozioni che nessun altra cosa ci può dare. Il Natale dovrebbe risvegliare in noi la gioia, l’amore, la voglia di stare insieme e di godere anche delle cose più effimere ma forse i nostri animi sono addormentati da troppo tempo per svegliarsi.
Martina Calvetti (4B)