Escort, trans, corruzione, scandali di ogni tipo sono all’ordine del giorno e investono ogni comparto dell’organizzazione pubblica e privata del nostro Stato che ormai appare in grave crisi di identità.
Negli ultimi mesi è evidente che questo genere di scorrettezze, nel migliore dei casi, o di reati è vistosamente aumentato occupando la maggior parte dei titoli dei notiziari, i quali ci hanno resto consapevoli del fatto che chi ha del potere discrezionale su decisioni di tipo privato o pubblico non sottosta a nessun tipo di regolamento dando così l’impressione di essere finiti in uno Stato con la totale assenza di diritto.
In particolare l’ultimo episodio riguardante la presentazione delle liste elettorali mette in evidenza che chi dovrebbe tutelare le leggi in realtà si considera al di sopra di esse e ha la presunzione di credere di poter aggirare il sistema solo perché occupa una determinata posizione.
Nel nostro Paese siffatti comportamenti stanno dilagando in modo preoccupante tanto che si possono quasi considerare all’ordine del giorno e appare quasi strano non sentire quotidianamente di qualche arresto o di qualche avviso di garanzia riguardante personaggi pubblici.
Indubbiamente questi scandali non riguardano solamente l’Italia, in quanto chiari esempi ci sono giunti da Paesi notoriamente considerati probi: si prenda il caso del primo ministro irlandese o delle note spese gonfiate all’interno del governo inglese. Quello che però ci differenzia dalle altre nazioni con il nostro grado di sviluppo socio-economico è la nostra totale mancanza di freno e pudore in quanto da noi, ad esempio, nella proposta di limitare le intercettazioni telefoniche c’è il sospetto che questa sia legata più ad un tentativo di limitare gli scandali piuttosto che a questioni riguardanti la privacy. In più nel nostro “belpaese” c’è una proposta di decreto legge che concerne l’impossibilità di essere eletti per cinque anni se si ha avuto problemi con la giustizia ai quali è seguita un’effettiva condanna, mentre in altri Stati il solo sospetto del tradimento del proprio consorte fa sì che ci si ritiri dalle competizioni elettorali perché si perde ogni tipo di credibilità agli occhi degli elettori. Fosse così anche in Italia, avremmo carenza di candidati!
Che il livello di consapevolezza sia ormai ridotto ai minimi termini si può facilmente intuire misurando i favori raccolti (non si sa come) dall’erede al trono che è passato dal bando di qualche anno fa alla recente fama televisiva; ma in fondo ce lo potevamo aspettare perché adesso più che mai è incredibilmente vero che viviamo in una realtà virtuale in cui tutto fa spettacolo e apparire è più importante di essere.
Non resta altro che domandarsi se tutto ciò è frutto del nostro tempo, di una perdita di ideali e principi e della spettacolarizzazione di qualsiasi tipo di contrasto sia politico che personale, oppure sia profondamente radicato nella nostra società. Domandiamoci quindi se una escort di oggi è paragonabile alla contessa di Castiglione; se le vicende legate agli appalti riguardanti la Protezione Civile non siano paragonabili allo scandalo della Banca Romana che coinvolse Giolitti.
Non si può certo dire che Giolitti piuttosto che Cavour, famosi per la loro spregiudicatezza politica, fossero immuni da tentazioni e coinvolgimenti in vicende simili, considerato il diverso periodo storico in cui vissero e la diversa importanza dei media, però c’è una differenza sostanziale tra allora e adesso: il loro operato era finalizzato al bene comune, mentre i fini attuali sembrano esclusivamente legati a tornaconti personali o di gruppi di potere.
In conclusione, chiediamoci se la situazione attuale si deteriorerà ulteriormente conducendoci in un baratro senza fine oppure se si può fare qualcosa per evitare che ciò avvenga, riuscendo a riguadagnare almeno un po’ dignità e rispetto che dovrebbero essere qualità quantomeno doverose per ognuno e, ancor di più, per un’intera Nazione che si vanta di essere una delle culle del diritto.
Carlotta Monge (3C)